Gli Stati Uniti, dopo anni di dure indagini e speculazioni filosofiche per scoprire se l’acqua è bagnata, hanno citato in giudizio Amazon, dando il via ad una lotta antitrust con il colosso dell’e-commerce americano di Jeff Bezos.
Come riporta il New York Times, la Federal Trade Commission e 17 stati hanno intentato una causa accusando la società di soffocare illegalmente la concorrenza. A loro parere, infatti, la società porterebbe avanti illegalmente un monopolio su settori della vendita al dettaglio online schiacciando i piccoli commercianti e favorendo i propri servizi a scapito dei suoi competitor.
Secondo l’accusa della FTC e dei procuratori generali di New York e di altri Stati Usa, Amazon avrebbe impedito ai commercianti di mettere in vendita altrove la loro merce applicando prezzi inferiori. In pratica la piattaforma da 1.300 miliardi di dollari fondata da Bezos nel 1994 avrebbe di fatto impedito ai commercianti e ad altri siti di ecommerce di fare concorrenza ad Amazon.
E non è tutto: i commercianti partner sarebbero anche stati costretti a spedire i loro prodotti usufruendo del servizio logistico di Amazon, se volevano fare parte del pacchetto di abbonamento Prime.
Queste pratiche, viene scritto nell’accusa, hanno tenuto i prezzi artificialmente alti, causando un danno ai consumatori e ad altri venditori.
Ma non solo: anche i servizi postali di tutto il mondo hanno dovuto fare i conti con Amazon: nei soli Stati Uniti, ad esempio, il servizio postale si è arreso alle necessità del colosso prendendo a fare consegne anche in giorni feriali e di domenica.
“La causa punta a chiedere ad Amazon di rendere conto di queste pratiche monopolistiche e di ripristinare la promessa perduta di una concorrenza libera ed equa”, ha affermato la presidente della Federal Trade Commission Lina Khan in conferenza stampa.
La risposta delle PR di Amazon è, ovviamente, tra le più scontate e l’azenda sottolinea come si tratti di “una causa sbagliata” e che se l’azione da parte dell’FTC avesse successo ci sarebbero molti meno prodotti disponibili sul mercato e prezzi spropositatamente più alti, cose che andrebbero a danno dei consumatori digitali, i cui numeri sono cresciuti a dismisura negli ultimi anni.
Ci si chiede come l’FTC sia arrivata così tardi a svelare quello che a tutti gli effetti era il segreto di Pulcinella, considerando anche come proprio gli States siano il banco di prova di molte tra le pratiche scorrette dell’azienda di Seattle.
Sono ormai anni e anni che Amazon porta avanti strategie ultra-aggressive (qualcuno oserebbe dire al limite del predatorio) nei confronti della concorrenza e politiche aziendali che definire disumane (basti vedere le indagini portate avanti sulle condizioni di lavoro dei loro dipendenti) al fine di costituirsi come monopolio del commercio digitale globale. Ci era arrivata anche l’Italia che nel 2021 multò il colosso di Bezos per un miliardo di Euro per gli stessi esatti motivi.
Meglio tardi che mai, suppongo.