In Sardegna è stato raggiunto un accordo sul prezzo del latte di pecora. Un accordo ancora molto lontano dagli obiettivi dei pastori ed il parlamentare Salvatore Deidda ha già chiarito che bisognerà continuare a lavorare per un accordo di filiera.
La situazione appare migliore in Piemonte dove, superate le difficoltà degli anni scorsi, il settore lattiero caseario sta attraversando – secondo Confagricoltura – un periodo di prudente ottimismo, sebbene occorra mantenere alta l’attenzione su quanto sta accadendo a livello mondiale ed europeo.
A tracciare il quadro generale, in un incontro a Carmagnola tra mondo agricolo ed industriale, è stato Angelo Rossi, fondatore del CLAL: “C’è oggi un equilibrio tra domanda e offerta, con le esportazioni che vanno bene e la produzione in lieve calo a livello europeo. Ma attenzione – ha avvertito – perché i consumi dei più giovani si stanno indirizzando anche verso le proteine vegetali e il comparto potrebbe avere un contraccolpo non indifferente”.
“Per reagire e continuare ad avere un mercato tonico occorre lavorare su più fronti – ha affermato il vicepresidente nazionale di Confagricoltura Matteo Lasagna – da un lato rafforzando la filiera, dall’altro lavorando ancora di più sulla sostenibilità ambientale, con una collaborazione stretta tra agricoltori e industriali”.
Il tutto passa attraverso alcuni concetti chiave: innovazione, informazione, comunicazione al consumatore e strategie di valorizzazione dei prodotti lattiero-caseari. L’Italia ha la carta dell’alta qualità della produzione della materia prima e anche del prodotto trasformato, ma occorre investire tutti insieme. E su questo punto i dubbi sono legittimi, non solo in Sardegna ma anche in Piemonte ed in tutta Italia.
Perché intorno ad un tavolo tutti gli interlocutori assicurano la necessità di maggiori investimenti ma quando si alzano dal tavolo e devono metter mano al portafoglio, gli industriali aspettano sempre che a pagare sia il mondo agricolo.
“Stiamo assistendo a una trasformazione del comparto – ha concluso il presidente di Confagricoltura Torino Tommaso Visca – con meno allevamenti, ma più strutturati, che devono continuare a investire per essere all’avanguardia, attenti alla sostenibilità e all’alta qualità del prodotto. Impegni che però dobbiamo imparare a comunicare meglio al consumatore”.
Peccato che la comunicazione sia sempre considerata un costo superfluo e comprimibile. Perché comunicare costa e comunicare bene costa ancora di più.