Hirscher, Matt, Schwarz. Austria, Austria e ancora Austria. Finisce, con una storica tripletta nello slalom maschile, un campionato del mondo di sci che si era aperto con un exploit italiano: argento della Goggia e oro di Paris nel SuperG femminile e maschile.
Avevamo scritto che era meglio non illudersi e così è stato. Nessuna medaglia nelle discese libere, dove la speranza era legittima, nessuna medaglia negli slalom ma era abbastanza scontato, anche in considerazione della annata non entusiasmante di Federica Brignone.
In compenso è arrivato un terzo posto inatteso dal parallelo misto a squadre grazie a Curtoni ma, soprattutto, grazie alle nuove leve Maurberger, Della Mea e Vinatzer. Non proprio un caso fortuito se si pensa che ieri, nello slalom tutto austriaco, Vinatzer è arrivato indietro, al diciannovesimo posto, ma ha fatto registrare il miglio tempo nella seconda manche, facendo dunque meglio del mostro sacro Hirscher e di campioni affermati come gli altri austriaci o il francese Pinturault.
Una manche da cui ripartire con la speranza che il ragazzo sappia riconfermarsi a questi livelli, anche perché i veterani, da Moelgg a Gross a Razzoli, hanno un’età che rende poco credibili miglioramenti tra i pali stretti dove l’agilità incide più dell’esperienza.
Archiviati i mondiali di sci alpino, si può passare al fondo. E ci si avvicina al mondiale con una storica doppietta italiana nella prova sprint di Coppa del mondo, sabato a Cogne. Primo Federico Pellegrino, secondo Francesco De Fabiani. Una grande impresa perché, grazie a loro due, l’Italia diventa la quarta nazione al mondo, insieme a Norvegia, Russia e Svezia, ad aver portato due atleti ai primi due posti in una prova sprint.