Quando escono articoli critici si rimedia subito mettendo in campo “uno squadrone super efficace della comunicazione”. Nelle strategie di comunicazione occorre ostentare un “candore di colomba” facendo percepire ai giornalisti oggettività e trasparenza ma al contempo essere “astuti come serpenti” nel manipolare l’informazione. E, ovviamente, i giornalisti devono essere “coccolati”.
Sono alcune delle linee guida di comunicazione del gruppo che si occupa della reintroduzione del lupo sulle Alpi italiane, in contrasto con chi su quelle montagne ci vive e commette il crimine di allevare pecore, capre, vitelli. Le ha riportate Mauro Deidier, presidente del Parco Alpi Cozie, in una lettera-denuncia.

Senza entrare nel merito della “questione lupo” – con opposte sensibilità ed interessi in totale contrasto tra chi vive del proprio lavoro sul proprio territorio e chi riceve finanziamenti pubblici per occuparsi di territori altrui – ciò che dovrebbe preoccupare tutti, valligiani e cittadini, è il sistema di comunicazione che va molto oltre la semplice informazione corretta o anche scorretta.
“Ci siamo dispersi nelle scuole – prosegue la responsabile della disinformazione di wolfalps – come cani da guardiania o cani antiveleno ed abbiamo insegnato ai ragazzi ad avere le antenne dritte quando si parla del lupo segnalando ciò che va contro la conservazione”. E poi arriva la perla finale: “Mentre ai ragazzi della scuole dell’obbligo riusciamo agevolmente a fare il lavaggio del cervello, ci è più difficile raggiungere quelli delle superiori“. Va persino peggio con i politici del territorio, “con chi ha responsabilità politiche la scena è desolante, peggio di così non si può”. Evidentemente è più facile trattare con ministri che le Alpi le hanno viste solo nei servizi televisivi.
A differenza di fastidiosi alpinisti come Messner che ha osato protestare perché le sue pecore erano state sbranate: liquidato dai grandi esperti (saranno parenti di Arcuri e Galli?) come personaggio minore, disinformato ed imborghesito.

Probabilmente anche la questione del lupo è troppo seria per essere lasciata nelle mani di funzionari di questo livello, che mirano al lavaggio del cervello degli studenti più giovani, che non conoscono il rispetto per chi vive del proprio lavoro su un territorio che conosce perfettamente. Non come i funzionari arrivati da chissà dove per insegnare alle pecore a brucare l’erba in modo politicamente corretto.