L’Avaro è una commedia in cinque atti scritta da Molière nel 1668 e rappresentata per la prima volta il 9 settembre di quell’anno al Teatro del Palais Royal, dalla Troupe du Roy con lo stesso Molière nel ruolo del protagonista. La vicenda si svolge a Parigi nell’arco di un giorno. Dato che si trattta di una delle commedia più importanti della storia, vediamo insieme un breve riassunto e un’analisi di L’Avaro di Molière.
Biografia di Molière
Moliere è lo pseudonimo di Jean Baptiste Poquelin ed è stato uno dei più importanti commediografi e attori del Seicento. Scelse questo psdeudonimo in onore dello scrittore francese François de Molière.
Nacque a Parigi nel 1622 da Jean, tappezziere del re, e Marie Cressé, morta l’anno seguente. Il padre si risposò con Catherine Fleurette nel 1633. Quest’ultima morì nel 1636. Dunque l’infanzia dello scrittore fu tormentata e nel suo teatro sono rari i ruoli materni.
La sua fanciullezza è caratterizzata da maggiore vivacità. In questa fase iniziò a dedicarsi allo spettacolo. Con questo rimase a contatto sin da piccolo grazie al nonno materno che seppe trasmettergli la passione. Nel frattempo imparò la filosofia scolastica in lingua latina al College de Clermont. Era ritenuto il migliore della capitale ed era frequentato da ricchi e borghesi.
Nel 1643 firmò un contratto che costituì la troupe teatrale “l’Illustre Théâtre” di cui facevano parte la moglie Madaeline Bejart, il fratello Joseph e la sorella Genevieve. La troupe si sarebbe sciolta dopo poco tempo a causa di un accumulo di debiti. Dal 1945 al 1658 lavorò come attore ambulante con la compagnia di Charles Dufrenne che diventerà in breve tempo conosciuta. Nel 1658 questa recitò davanti a Luigi XIV che si entusiasmò soltanto per l’opera “Il dottore amoroso”.
Molière morì nel 1673 di tubercolosi. Il collasso avvenne durante la recitazione del “malato immaginario” (sarà un caso?). Alcuni sostengono che la sua morte sia avvenuta tra le braccia di due suore. Un’altra leggenda narra che sia morto dalle risate recitando le sue battute.
Breve riassunto di L’Avaro di Molière
La commedia narra di un uomo avaro, Arpagone, il quale vorrebbe che la figlia Elise si sposasse con un uomo ricco e vecchio di nome Anselmo. Lei è però innamorata di un povero squattrinato di nome Valerio.
Il primo atto si apre con Elise e il suo amante. La coppia discute perchè lei è preoccupata sapendo che il padre potrebbe non acconsentire il matrimonio. Nel frattempo quest’ultimo inveisce contro Freccia, servo di suo figlio Cleante, accusandolo avere rubato alcuni suoi beni. In realtà Freccia è onesto e lo sfotte. Elise e Cleante riferiscono al padre i loro intenti matrimoniali. Il padre dichiara loro di volere sposare Marianne in quanto figlia di Anselmo, nonostante le scarse risorse economiche.
Nell’atto III Arpagone si ritrova con i figli e i servi per l’organizzazione del matrimonio. Tutti sono mal vestiti a causa del padrone taccagno. Il quale si assicurerà persino che Cleante si comporti bene con Marianne. Quest’ultima, in realtà è innamorata di Cleante e si indignerà proprio per i comportamenti di Arpagone! Cleante farà di tutto per innervosire il padre regalando a nome di quest’ultimo un anello a Marianne.
In seguito i personaggi, con una serie di inganni, riusciranno a fare cambiare idea ad Arpagone. Il quale infine accetterà di prendersi carico di tutte le spese matrimoniali, essendo interessato più al suo denaro che alla sua famiglia. Infatti acconsentirà il matrimonio dei suoi figli solo per non perdere i suoi soldi.
Analisi di L’Avaro di Molière
I temi che ricorrono in quest’opera sono molto attuali. Innanzitutto l’amore subordinato al denaro, la cui gestione è un aspetto estremamente delicato e, al giorno d’oggi, è una delle principali cause delle ‘guerre in tribunale’ per tante coppie. E spesso è causa di separazioni e divorzi. E Arpagone sarebbe disposto a sposare Marianne non per amore, ma perchè suo padre è ricco. Infatti lei non ricambia.
Un altro tema da ribadire è quello del matrimonio combinato. Al giorno d’oggi sono numerose le vicende drammatiche che si sono verificate. Basti pensare al caso di Saman Abbas, uccisa il 30 aprile di quest’anno dallo zio e da due cugini perchè, secondo questio ultimi, inseguire i propri sogni significava andare contro le regole del loro Paese e della famiglia. Anche Arpagone, volendo far sposare sua figlia con un uomo ricco, ha voluto imporre delle regole per la famiglia.
Un ultimo tema importante è quello del gioco d’azzardo. I due figli, vittima dell’avarizia del padre, dovranno praticarlo per vestirsi dignitosamente al matrimonio. Oggi questa pratica può essere estremamente pericolosa e avere conseguenze psicologiche devastanti. Abusarne infatti può causare dipendenza e fare perdere la ragione. E’ quanto è successo, per esempio, a Marco Baldini, conduttore di “Viva Radio 2” con Fiorello dal 2001 al 2008. Dal 2011 ha sofferto per un certo periodo di ludopatia. Dopo avere contratto debiti, essersi conseguentemente separato dalla moglie e avere perso gli affetti, ha tentato il suicidio.