Una giornalista, su Facebook, racconta l’incontro con un candidato di un non meglio precisato partito politico. L’uomo, dopo averle generosamente offerto un caffè, le prospetta un’attività di ufficio stampa per aiutarlo nella campagna elettorale. Comunicati, presenza sui social, etc etc. Il solito copione, insomma. Ed anche il finale segue l’ormai consueto copione: no, nessuna avance sessuale, ma semplicemente la proposta indecente di lavorare gratis.
La giornalista, giustamente, dovrebbe seguire il candidato non per vile denaro ma per i comuni valori politici e sociali. Quegli stessi valori per i quali il candidato, se eletto, verrà ovviamente e giustamente retribuito. Finisce, come da copione, che la ragazza si alza e se ne va infuriata. Troppo corretta per indicare il nome del candidato ed il partito di appartenenza (ma quello si intuisce perfettamente, visto che comportamenti di questo tipo non sono una novità).
Però la vicenda è istruttiva. Perché conferma che molti politici vanno ad occupare poltrone e strapuntini a vari livelli, ma sempre con la convinzione che loro debbano essere profumatamente pagati per il lavoro svolto al servizio della collettività mentre il popolo bue, che lavora per loro, debba mettersi a disposizione gratuitamente. Soprattutto chi svolge un lavoro intellettuale. Un fornaio viene pagato per il pane, un idraulico per aver sistemato un rubinetto, un meccanico per aver riparato l’auto, il ristoratore per aver preparato la cena. Ma un musicista, un giornalista, un economista che scrive l’intervento del politico, no.
Gli intellettuali non piacciono ad una certa categoria di politici. Magari servono, ma devono essere disponibili a costo zero. Mettendo a disposizione anni ed anni di studio, competenze, professionalità. Sempre e solo gratuitamente. “Che ti costa scrivere qualche riga? Quanto ci metti a prepararmi un discorso? Mica vorrai essere pagato per così poco. Hai dimenticato i comuni ideali?”. Poi lo stipendio da parlamentare, da consigliere regionale non si divide, perché la politica costa. E quando è il momento delle nomine si guarda altrove, evitando accuratamente di premiare chi è stato sfruttato. “Bastano i comuni ideali, no?”.
1 commento
Tutti i politici hanno una sola aspirazione, farsi mantenere dal popolo