A quattro mesi e mezzo dal trionfo nel corso delle elezioni generali che ha consentito al Mas e al suo candidato Luis Arce di imporsi al primo turno e ottenere la maggioranza assoluta sia alla Camera (75 seggi su 130) che al Senato (21 seggi su 36), il partito dell’ex presidente Evo Morales, rientrato nella nazione andina e investito del ruolo di responsabile della campagna elettorale, si conferma primo partito nel corso delle elezioni amministrative.

La tornata, rinviata lo scorso anno per via della propagazione della pandemia di covid-19, ha consegnato ai socialisti boliviani 5 dei 9 governatori al primo turno con la concreta possibilità di arrivare a 7 considerando il grande vantaggio con il quale affronteranno il secondo turno in altre 2 regioni che appaiono decisamente alla portata.
Seppur sconfitto nelle roccaforti della mezzaluna orientale di Beni e Santa Cruz, come avvenuto anche negli anni di maggior consenso, il Mas può rallegrarsi assistendo alla definitiva scomparsa dallo scenario politico nazionale dell’ex presidentessa ad interim Jeanine Áñez che nel suo dipartimento natio (quello di Beni) non è andata oltre il 15% dei voti e delle difficoltà del principale sfidante Carlos Mesa nel radicamento sul territorio.

Ancora una volta, però, i grattacapi per il nuovo esecutivo arriveranno da Santa Cruz, la regione più ricca del Paese, dove a conquistare la maggioranza è stato il leader della destra Fernando Camacho, uno dei maggiori responsabili delle violenze e del caos in cui piombò la Bolivia in seguito al golpe subito da Evo Morales.
La partecipazione al voto di una grande fetta degli oltre sette milioni di cittadini aventi diritto, in un lasso di tempo così breve, testimonia la volontà dei boliviani di dare seguito agli anni di governo di Morales e porre al più presto alle spalle l’anno buio del governo di transizione della Áñez ma nuove spinte autonomistiche fomentate anche, e soprattutto, dai nemici esteri del populismo latinoamericano rischiano di riaprire la contesa sul futuro politico e sociale della Bolivia.