“Ti ricordi Spengler, Heidegger, Nietzsche, Evola, Guénon, Jünger? In quegli anni Settanta i loro libri erano messi all’indice, derisi, sputtanati dal potere editoriale, accademico, giornalistico: oggi sono proprio quei libri a essere i più studiati, discussi”. È un passo del nuovo libro di Stefano Zecchi, “Anime nascoste. Romanzo di una gioventù incendiata. L’altro Sessantotto”, pubblicato da Mondadori.
Dunque un romanzo e non un saggio. Un libro strano, in cui personaggi di fantasia si intrecciano con i protagonisti reali di quegli anni “formidabili”: da Tomaso Staiti ad Almerigo Grilz, da Maurizio Murelli a Cesare Mantovani, da Cerullo ad Anderson. Altri sono riconoscibili anche se non vengono nominati. Il tutto inserito nella realtà dei fatti, partendo dalla marea che sconvolse Venezia nel 1966 e proseguendo con l’assassinio di Sergio Ramelli per arrivare alla scelta della clandestinità. Anni difficili, complessi. Difficili anche da raccontare e, per questo, si può anche sorvolare sullo scivolone a proposito di Terza Posizione.
Ma a fianco delle vicende politiche scorrono le vite del protagonista e dei suoi affetti. Due mondi che possono sembrare lontani ma che non lo sono. Perché la realtà è composta da tanti elementi che si intersecano, si sovrappongono, si uniscono per poi allontanarsi. Con un elemento in comune che rimane sempre presente: la ricerca della bellezza. E non potrebbe essere diversamente, visto che l’autore è Zecchi.
Un libro sicuramente coraggioso. Perché in direzione ostinata e contraria rispetto al politicamente corretto, al pensiero unico obbligatorio. Che, in quanto tale, non è pensiero. Zecchi poteva permetterselo e se lo è permesso.
“..Riconoscevo tanti nomi di giovani estremisti di sinistra, un tempo non lontano impegnati a rivoluzionare il mondo, adesso appassionati seguaci della corte di Berlusconi, alcuni approdati alla Rai con incarichi prestigiosi, altri baroni universitari inflessibili. A sentirli parlare in televisione, a leggerli sui giornali, avevano avuto ragione loro quando facevano la rivoluzione, avevano ragione ora a essere sul libro paga del Cavaliere dei moderati italiani o su quello di importanti enti di Stato. Tra loro non trovavo un nome dei miei amici di un tempo.. un nome di un ragazzo di destra. Anime nascoste, una gioventù incendiata e le sue ceneri disperse nel vento del trasformismo e dell’ipocrisia”.
Certo, è solo un romanzo. Ma è anche un pesantissimo atto di accusa nei confronti di chi, a destra, ha permesso tutto questo. Passando dall’inutile verbosità del ‘68 al pernicioso inserimento ai vertici dei partiti di gente alla ricerca di una nuova poltrona.
Zecchi presenterà il libro il 9 agosto ad Ayas-Champoluc.