Non è Moravia, ovviamente, ma anche Massimo Gramellini prova a rilanciare con il suo pezzullo quotidiano sul Corriere dedicato agli Indifferenti. Sì, proprio come il romanzo di Moravia pubblicato durante il fascismo che – evidentemente – non lo aveva censurato così come sostiene la propaganda attuale. Quella stessa propaganda di cui si nutre, abbondantemente, Gramellini.
Perché, per lui, gli indifferenti sono tutti coloro che non si limitano a condannare le stragi dell’attuale guerra in Ucraina ma osano allargare la condanna ai crimini degli americani e degli inglesi in Irak, ai crimini occidentali in Libia, ai crimini israeliani a Gaza. Eh no! Gramellini si indigna. Perché i bambini sterminati in Irak da una guerra di aggressione angloamericana – basata sulle false armi chimiche inventate da Londra e Washington – sono morti felici perché le bombe erano democratiche. Ed i morti in Libia erano altrettanto felici perché consapevoli di morire per il bene delle multinazionali statunitensi.
Invece in Ucraina muoiono per le bombe di un dittatore. E pazienza se regolarmente eletto, pazienza se il consenso è ulteriormente cresciuto. È un dittatore perché lo ha detto Biden ed i chierici italiani si adeguano, a partire da Gramellini. Ma se Putin è un dittatore ed un macellaio (Biden dixit), allora le vittime muoiono infelici. Non come i bambini massacrati a Belgrado dalle simpatiche bombe della Nato con il totale appoggio dell’Italia dalemiana. Quelle vittime, donne e bambini, erano consapevoli di crepare per il bene della democrazia e dei valori della Coca Cola. Esportavamo i fast food, insieme all’uranio impoverito che continua ad uccidere i militari italiani che hanno partecipato alle operazioni. Ma su queste vittime, comprese quelle italiane, Gramellini stende un velo. Di indifferenza.
La stessa indifferenza che permette di cancellare le democratiche bombe angloamericane sulle scuole italiane durante la seconda guerra mondiale. Di cancellare Dresda. Di cancellare le bombe al fosforo su Falluja, la vergogna ancora attuale di Guantanamo, la strage del Cermis.
Perchè gli indifferenti sono brave persone se dimenticano le stragi democratiche ed atlantiste. Ma sono da additare al pubblico ludibrio se osano paragonare i bambini morti per le bombe di un dittatore con i bambini morti per le bombe democratiche. “Le bombe delle sei non fanno male”, cantava Venditti. Evidentemente le bombe democratiche esplodono tutte alle sei..