Naftali Bennett, presidente del consiglio di Israele, è volato da Putin proponendosi come mediatore nel conflitto con l’Ucraina. E, prima di partire, ha informato anche Washington, Parigi, Berlino. Roma no, deve aver trovato la linea occupata. Perché non può essere vero che Sua Divinità Mario Draghi venga ignorato. Proprio lui che ha ridato all’Italia un ruolo internazionale. Proprio lui che tutto il mondo ci invidia. Vuoi vedere che la narrazione dei media di regime non corrisponde alla realtà?
Strano ma vero. D’altronde l’informazione libera e democratica dell’Italia del pensiero unico obbligatorio sta nascondendo anche la realtà dell’economia interna a fronte delle demenziali sanzioni imposte da Washington e adottate acriticamente dal proconsole di Biden con il plauso del parlamento tanto pluralista. Un parlamento che, ottusamente, crede alle menzogne propinate dal governo dei Migliori. “Non abbiamo problemi di approvvigionamento energetico”, assicura Cingolani l’americano. Nessun problema ma il prezzo del gas e dei carburanti è alle stelle. Strano, perché in genere non succede quando i mercati vengono inondati da gas e petrolio.
Le stime che il regime lascia filtrare indicano, per l’Italia, una perdita di “soli” 7 miliardi a causa delle sanzioni. Semplicemente ridicolo. Perché, con quegli aumenti dei costi dell’energia, l’intera produzione italiana andrà fuori mercato. Penalizzando le esportazioni italiane anche verso i padroni Usa. Ma non andranno meglio le vendite sul fronte interno. Il 70% del Pil nazionale è intermediato dagli agenti di commercio. Alle prese con costi insostenibili per spostarsi e raggiungere i clienti, oltre che con i tempi sempre più lunghi per cambiare l’auto.
Confindustria ricorda che, con un’incidenza del 7% dei costi dell’energia sul Pil, scatta automaticamente la recessione. Siamo già oltre il 5%. Ma Saingoleni/Cingolani assicura che l’energia non è un problema. E il ministro “americano” è un uomo d’onore.
Pierluigi Fagan, un esperto “vero” di geopolitica, sottolinea che la Russia è il quarto produttore mondiale di grano, l’Ucraina l’ottavo. E l’Italia importa il 64% del proprio fabbisogno di grano tenero (vuoi vedere che la “battaglia del grano” non era proprio una sciocchezza?). Se i porti ucraini verranno bloccati, e considerando anche l’annata agricola difficile in Canada, anche i piatti tipici italiani avranno costi insostenibili per molte famiglie.
Fagan evidenzia anche un altro aspetto: nei giorni della scorsa settimana in cui le Borse europee hanno perso in media il 10%, quella statunitense cresceva del 2,5%. Ma agli atlantisti di lunga data ed agli ex patrioti riconvertiti ai rumori intestinali di Biden non è venuto in mente che l’Europa sia stata scientemente massacrata dal padrone americano?
No, ovviamente. E faranno finta di niente quando inizieranno i licenziamenti nelle aziende italiane che non esporteranno più, negli hotel e ristoranti che avevano una ricca clientela russa, e poi nei bar che diventeranno infrequentabili dagli italiani a fronte dei rincari di caffè, cappuccino e brioche. E poi sarà la volta dei negozi che vendono ciò che non è strettamente indispensabile.
Con il sostegno degli atlantisti rivedremo in piazza le eroiche truppe di Lamorgese, impegnate a reprimere ogni protesta di chi ha perso il lavoro e non riesce a mantenere la propria famiglia. Ed arriveranno le nuove minacce lollobrigide contro chi osa mettere in discussione una politica di recessione, sacrifici, disoccupazione e povertà.