“Basta la salute e un par de scarpe nove”, cantava Nino Manfredi. Ora gli esperti a gettone ed i dittatorelli saranno obbligati a censurarlo. Perché le scarpe nove non bisogna più comprarle. Sciacalli assembreisti! Quanto alla salute, basta non avere il Covid e poi si può tranquillamente crepare nell’indifferenza generale. Perché – anche se i Galli ed i Crisanti di turno se lo sono dimenticato – la fame e la povertà assoluta non aiutano a star meglio.
Troppo difficile, per loro, capire anche che la mancanza di aria pulita, di movimento, di sport non contribuiscono a migliorare lo stato di salute, fisica e mentale.
Ma cosa interessano le file lunghissime di disperati in coda, al freddo, per ottenere un pasto alla mensa dei poveri? Anzi, più disperati ci sono e più gli esperti a gettone si ricavano spazi per pontificare su qualunque argomento, come la nullologa Lucarelli. Il prossimo passo sarà la trasformazione dei virologi in influencer, con sfoggio di abitini da lanciare, di cosmetici ed hotel da promuovere. Tanto la farsa sta raggiungendo il culmine. Purtroppo non è per nulla sicuro che subito dopo inizi la discesa. Questi, sulla vetta dello squallore, ci si trovano benissimo.

Meno bene si trovano, in questa fase, i ministri del governo degli Incapaci. Costretti a preparare una parvenza di piano strategico per l’utilizzo dei 209 miliardi europei. Loro, i dittatorelli, ci avevano anche pensato. Tagliando le risorse destinate alla sanità – così possono sempre trovare una giustificazione per cancellare diritti e libertà – e moltiplicando quelle destinate ad imporre l’uso di dottora, professora e dell’asterisco obbligatorio a fine parola per far prima.
Miliardi e miliardi per questi interventi fondamentali. Avrebbero anche ottenuto il plauso dei media impegnati ad imporre il pensiero unico obbligatorio, ma poi ci si è messo Draghi, che sente odore di nomine prestigiose. Così, invece di entusiasmarsi per i miliardi destinat* agli asterisch*, Draghi ha invitato a predisporre progetti seri, evitando gli sprechi a pioggia. Insomma, progetti che servano per rilanciare l’Italia, per cambiare radicalmente un sistema produttivo obsoleto, per un’amministrazione pubblica efficiente, per una giustizia credibile.

È evidente che Draghi pensi a se stesso come artefice di tutto ciò. Nessuna persona di buon senso potrebbe credere che questi obiettivi siano raggiungibili da Gualtieri, Patuanelli, Catalfo, Bonafede, Costa, Bellanova, Boccia. Così come nessuno farebbe affidamento sui personaggi più in vista dell’oppofinzione. Ma diventa anche difficile credere che Draghi possa circondarsi di una squadra davvero capace, competente, onesta. Meglio rassegnarsi alle code sempre più lunghe per un pasto caldo.