In merito alla guerra le democrazie hanno avuto il medesimo atteggiamento delle autocrazie. Lo ha sostenuto Mario Giro, ex viceministro degli Esteri nei governi Renzi e Gentiloni, intervenendo a uno dei corsi di aggiornamento professionale per giornalisti. Ovviamente i relatori erano tutti schierati contro la Russia, tanto per chiarire il concetto di pluralismo. Però, perlomeno, le ipotesi per una soluzione del conflitto erano differenti. Non tutti crosettiani, insomma. Anche se tutti hanno preferito glissare sul mancato rispetto dei diritti degli abitanti, russofili e russofoni, di Crimea e Donbass da parte di Zelensky prima della guerra.
Ma l’intervento di Giro è andato oltre alle consuete banalità sui russi cattivi e gli ucraini. Ed ha ipotizzato che in Occidente si sia arrivati ad una crisi di fiducia nei confronti delle classi dirigenti a causa delle menzogne raccontate per scatenare la guerra contro l’Irak, quando Saddam (poi assassinato) venne accusato di aver preparato armi di distruzione di massa che non esistevano. Un milione di persone in piazza a Londra per protestare contro la guerra vennero ignorati dal criminale Blair. I morti inglesi e soprattutto iracheni ringraziano sentitamente.
Ma, secondo Giro, le conseguenze sociali emersero con il tempo. Con la perdita di fiducia che in Italia, ad esempio, porta ad un crescente astensionismo. Ma lo scollamento tra popolo ed oligarchi ha effetti negativi sulla vita quotidiana. Sfiducia nei confronti della magistratura, della politica, dei vertici aziendali, dei dirigenti sportivi.
Dunque, per l’ex viceministro, sarebbe opportuno dare ascolto al proprio popolo. Perché non è una grande dimostrazione di democrazia fregarsene dell’opinione generale e seguire solo gli ordini di Paesi stranieri. Il problema è che, in Italia ma anche in Germania, la maggioranza dei cittadini non vuole questa guerra e questo continuo invio di armi al folle di Kiev. Ed allora i maggiordomi di Biden preferiscono non vedere e non sentire la voce popolare. Perché la pace rende meno mentre la guerra permette di imporre ai popoli ogni porcata in nome dell’emergenza continua.