..E poi le destre italiane sostengono di non subire il fascino dell’egemonia culturale della sinistra.. Siamo agli ultimi giorni di una squallida campagna elettorale – priva di idee, di passione, di slanci – e di fronte alla prospettiva di una vittoria storica cosa fanno le destre (e pure il centrodestra)? Si ispirano al film Bianca di Nanni Moretti: “Continuiamo così, facciamoci del male”.
Da un lato Salvini, che stava recuperando consensi per la sua posizione leggermente meno servile nei confronti di Washington rispetto a Giorgia Meloni. Non che fosse particolarmente coraggiosa, ma almeno un briciolo di dignità in più gli stava portando una parte dell’elettorato di quella che un tempo era la destra sociale. E lui che fa? Prende le distanze da Putin a pochi giorni dal voto.
Mentre Meloni, trionfatrice annunciata, sputa sui nostalgici stile Fronte della gioventù che avevano appena finito di invitare a votarla, pur con la consapevolezza delle profonde diversità ideologiche o semplicemente politiche.
Altro esempio in Valle d’Aosta. Le destre, che pochi anni orsono non erano neppure riuscite ad eleggere un solo consigliere regionale, erano favorite nella corsa all’elezione dell’unico senatore espresso dalla Vallée (idem per l’unico deputato). Poi è arrivato un documento presentato da Pays d’Aoste souverain – un gruppo indipendentista che non si presenta alle elezioni – con la richiesta di sottoscrivere l’adesione a proposte quali l’autodeterminazione dei popoli e la zona franca. Augusto Rollandin, l’ex presidente che si presenta per una lista autonomista, ha risposto di condividere i punti ma senza sottoscrivere il documento. Mentre le due candidate del centrodestra lo hanno firmato. Provocando le pubbliche ire dei rappresentanti di Fdi che considerano inaccettabile ogni autodeterminazione popolare. E hanno minacciato di togliere il sostegno meloniano alle due candidate.
Con queste premesse, è facile immaginare la successiva gestione del potere. Non soltanto nella fase di spartizione delle poltrone e degli strapuntini. Per accontentare i partiti della coalizione, i draghiani indicati da Sua Mediocrità, gli esponenti della gauche intellò da riciclare, gli immancabili soccorritori dei vincitori. Ma, soprattutto, nella successiva fase di governo. “Con questi dirigenti non vinceremo mai”, sosteneva Moretti a proposito della sinistra. La destra, con questa classe dirigente, vincerà domenica. Ma sarà difficile considerare una vittoria ciò che succederà dopo.