Non basta essere servi della Nato per restare al governo. Non basta essere in prima linea contro Putin per guidare la politica di un Paese a sovranità limitata. No, non è la leadership di Giorgia Meloni ad essere messa in dubbio. È la britannica Liz Truss ad aver perso la poltrona di primo ministro dopo sole sei settimane. Eppure si era perfettamente allineata agli ordini di Biden. Si era fatta fotografare su un carro armato, aveva minacciato di scatenare la guerra nucleare contro la Russia. Non è bastato. Ed è stata costretta ad andare a casa.
I media di regime, non solo quelli italiani, hanno immediatamente messo in evidenza le somiglianze tra Meloni e Truss. Tanto per far capire alla futura presidenta italiana che non basta genuflettersi di fronte alla Nato. E non basta neppure il bacio alla pantofola alla Casa Bianca. Serve di più: è indispensabile l’atto di sottomissione ai Mercati, a Wall Street, alla City di Londra.
La pessima Truss, una brutta copia della brava Marina Massironi quando impersona una deficiente, era convinta che bastasse fare la prima della classe nella corsa a servire la Nato e gli interessi statunitensi per salvare la poltrona. E così aveva proposto un programma economico e finanziario che non è piaciuto agli Dei del Mercato. È stata immediatamente massacrata, ha provato a salvarsi scaricando il responsabile del programma. Ma non è bastato.
Il monito a Meloni è chiarissimo. Obbligo di scappellarsi ogni volta che si nomina la Nato, obbligo di volare a Washington quando il padrone fischia, obbligo di impoverire il popolo italiano, obbligo di distruggere il tessuto produttivo basato sulle piccole e medie imprese. L’accoppiata Crosetto/Giorgetti è perfettamente in grado di servire gli interessi statunitensi. Però bisogna essere sicuri che anche gli altri ministri seguano pedissequamente gli ordini e li eseguano immediatamente.
Già è fastidioso che una parlamentare della maggioranza vada a rendere omaggio ai 184 bambini assassinati a Gorla (Milano) dai padroni statunitensi. Un caso, passi. Ma che non si ripeta. Che nessuno si permetta di ricordare i morti del Cermis e la promozione dell’assassino. Che a nessuno passi per la testa di imitare Macron sottolineando che gli amici yankee ci vendono il gas a un prezzo 4 volte superiore a quanto lo pagano loro.
Un avvertimento forte e chiaro. Dunque provveda il nuovo governo a massacrare di botte chiunque voglia andare in piazza a protestare contro la povertà provocata dalle sanzioni contro la Russia o contro la mancanza di soldi poiché il denaro degli italiani deve servire a mantenere la guerra di Biden e Zelensky. Nessuna riduzione delle tasse, perché gli Dei del Mercato non vogliono. Nessun aumento dei salari e delle pensioni per ridurre le conseguenze dell’inflazione provocata da sanzioni e Mercato.
Lacrime e sangue per gli italiani. Proprio come sostenuto da Crosetto. Solo così si può conservare la poltrona.