Le eroiche truppe di Lamorgese, quelle che non riescono ad intercettare le imbarcazioni con centinaia di clandestini, quelle che riescono a non vedere i traffici della mafia nigeriana, hanno fermato Carles Puidgemont, il leader Catalano colpevole di amare la propria terra ed il proprio popolo. Ma il governo socialista di Madrid e le sinistre italiane che adorano vietare tutto hanno deciso che l’autodeterminazione dei popoli è inaccettabile. E porta immediatamente in galera. Mica sei uno spacciatore che ha diritto di girare libero in Italia anche se ha in tasca 3 o 4 inutili decreti di espulsione.
Certo, non era difficilissimo individuare il catalano, dal momento che partecipava ufficialmente ad un convegno ad Alghero. Miracolosamente persino la Lega, attraverso il sardo Eugenio Zoffili, si è ricordata delle proprie origini autonomiste ed ha solidarizzato con Puidgemont. Così come hanno fatto i valdostani di Pas.
Ma è paradossale che le eroiche truppe di Lamorgese siano intervenute proprio in Sardegna per bloccare il catalano colpevole di delitti di opinione, e per questo dovrebbe scattare immediatamente l’asilo politico, mentre nella stessa Sardegna si susseguono, indisturbati, gli sbarchi di clandestini tunisini che non fuggono da regimi repressivi, da discriminazioni politiche o sessuali, da Paesi in preda alla carestia.
Però se i compagni spagnoli ordinano, il governo dei Migliori esegue. Senza alcuna decenza, senza un briciolo di dignità. Amare la propria nazione minoritaria è vietato, uno dei sempre più numerosi divieti imposti da una sinistra assurda, manettara, priva di ogni disponibilità al dialogo, intollerante. Compagno Sanchez, dicci chi dobbiamo colpire e noi ti metteremo a disposizione le eroiche truppe. Dicci quando dobbiamo chiudere gli occhi e noi faremo entrare tutti i clandestini raccolti dalle navi spagnole.
Per evitare una figuraccia che avrebbe fatto sembrare i talebani come difensori del pluralismo, è intervenuto un magistrato che ha rimesso in libertà Puidgemont, ordinandogli di ricomparire in tribunale la prossima settimana. Un magistrato, non un politico, non un ministro.
D’altronde la gauche caviar, in ogni parte d’Europa, rimpiange i gulag (non i soviet) e detesta le piccole patrie. Per fortuna dei gauchisti, a destra sono rimasti fermi agli Stati centralisti, alle logiche prefettizie. E non sono in grado di confrontarsi con chi ama la propria terra anche se non è uno Stato riconosciuto.