Qualcuno ha protestato perché il Green pass imposto dal governo di Sua Divinità Mario Draghi danneggia il turismo italiano. Illusi! Sarebbe già un passo avanti rispetto ai danni al turismo provocati dalla normale gestione delle italiche Ferrovie. Ieri, domenica, giornata di spostamenti di vacanzieri, la stazione di Bologna aveva schermi degli orari costellati di ritardi. Consistenti ritardi.
Mica solo a Bologna. Ritardi anche in altre stazioni, per ragioni differenti. A Verona era rotto un non meglio precisato “sistema ferroviario”, con un aumento del tempo di percorrenza superiore ai 20 minuti anche su tratte limitate.
Ma a Bologna era l’apoteosi. Della presa in giro degli utenti, dei clienti, o come vogliono definirli. I passeggeri paganti, insomma. Perché l’altoparlante informava (una parola grossa, “informava”) che i ritardi erano dovuti alla rottura di un treno nei pressi di Piacenza. Certo, la sfortuna può essere messa in conto. Ed i 130 minuti di ritardo per la destinazione di Bari sono una indecenza, ma con una spiegazione. Però è difficile da accettare che i 30 minuti del treno per Venezia, accumulati prima di arrivare a Bologna, fossero da imputare al treno rotto a Piacenza. E lo stesso vale per i 35 minuti del treno per Torino.
D’accordo, a scuola la geografia non si studia più, però anche alle ferrovie italiane dovrebbero avere una vaga idea sulla collocazione di Piacenza. E Bologna, rispetto a Piacenza, viene prima se la destinazione è Torino. Quanto a Venezia, è proprio su una linea diversa.
Uno splendido invito, dunque, ad utilizzare il treno per viaggiare in Italia. Ed a costi elevati, perché erano tutti convogli ad alta velocità. Naturalmente l’informazione non era nemmeno seguita dalle inutili scuse di rito. D’altronde se le scuse sono inutili, perché farle? E se le ferrovie non funzionano, perché migliorarle? In fondo basta richiudere nei recinti gli italiani ed i disagi per i ritardi svaniranno in un attimo.