Le figure mitologiche dei draghi sono note a tutto il mondo. I draghi sono stati i protagonisti di numerosi film, libri, cartoni e serie tv fantasy, che hanno fatto appassionare adulti e bambini. Non tutti sono però a conoscenza di cosa siano effettivamente i draghi, di quante diverse specie ci siano e di come sia nata la leggenda.
Cosa sono veramente le figure mitologiche dei draghi
I draghi sono delle figure leggendarie associate alla famiglia dei rettili. Hanno l’agilità di un’aquila e la forza di un leone, una vista acutissima e l’incredibile capacità di sputare fuoco. Vista la loro notorietà nella cultura antica come in quella odierna, nel mondo occidentale come in quello orientale, questi esseri possono appartenere a diverse famiglie e a diverse specie. Salvo qualche rara eccezione, però, questi animali mitologici hanno delle caratteristiche comuni:

Le classificazioni dei draghi
Vediamo qui di seguito una breve classificazione dei draghi che ci aiuterà a comprendere le diverse tipologie rappresentate nella storia dei secoli.
- Knucker: draghi acquatici che a causa della ridotta dimensione delle ali, strisciano;
- Idre: gli spaventosi draghi dalle molteplici teste;
- I draghi con due ali e due zampe;
- Lindorm: draghi con due zampe;
- Anfittero: ricoperti di piume, questi draghi hanno solamente due ali;
- Viverne: essi hanno due zampe, due ali e una coda uncinata;
- Anfisbena: particolari draghi che possono avere due zampe o non averne alcuna, dotati però di due teste.
I draghi orientali
In particolare, una netta distinzione fa riferimento alla provenienza di questi esseri. Ci sono infatti draghi collegati al mondo orientale e draghi presenti invece solamente nella mitologia occidentale. Vediamo alcuni esempi di draghi orientali.
Bakunawa: il drago delle filippine
Il drago delle Filippine è chiamato Bakunawa ed è simile ad un grande serpente. Esso vive nell’acqua e la leggenda narra che nelle notti di luna piena, il drago emergesse per mangiare il satellite. L’unico modo per impedirglielo era uscire con pentole e bastoni, in modo da spaventare l’animale che sarebbe così ritornato nei fondali.
Rong: i draghi vietnamiti
I draghi vietnamiti si chiamano invece Rong e sono dotati di 12 creste che simboleggiano i mesi dell’anno. Questo animale è ricoperto di squame, la sua testa comprende baffi e criniera e la sua lingua è lunga e sottile. Le credenze affermano che questi esseri fossero i responsabili delle raccolte.
IL DRAGO CINESE
Il conosciutissimo drago cinese, chiamato anche Long, è invece protagonista in molte arti locali e non solo. Esso viene associato alla famiglia imperiale. Questi rappresentano per il popolo cinese la fortuna, l’armonia e la salute, motivo per cui sono ritenuti molto importanti, tanto da essere spesso inseriti sulle bandiere o sulle porte di casa. Questi draghi contrasterebbero anche gli spiriti maligni.

I DRAGHI COREANI
I draghi coreani sono tre: Yong, Imoogi, Gyo. Il primo è considerato il drago dei cieli e la sua presenza è associata ai fenomeni atmosferici. Il secondo è invece simile ad un serpente marino e si narra che questo animale fosse in realtà una ragazza, che il dio del sole ha trasformato in drago il giorno o del suo diciassettesimo compleanno. Il terzo, vivendo in montagna, è associato direttamente ad essa.
I DRAGHI GIAPPONESI
I draghi giapponesi, chiamati Ryu, sono invece simili ai draghi cinesi, ma con tre artigli invece che quattro. Le leggende associate a questi animali derivano per lo più dalla Cina e dall’India, compresi gli stili attraverso i quali vengono rappresentati. Durante la seconda guerra mondiale, infatti, molti nomi degli armamenti giapponesi erano in realtà nomi dei draghi cinesi. Sono collegati all’acqua e spesso sono simili a dei serpenti.
I DRAGHI INDIANI
I Naga sono invece i tipici draghi indiani, simili a serpenti, comuni a tutto il mondo induista. Essi possono avere più teste, ma non presentano invece braccia e gambe. Vi è inoltre il drago Neak che deriva direttamente dal Naga, il quale può avere fino a nove teste: un numero di teste dispari andrebbe ad indicare il sesso maschile, un numero di teste pari andrebbe invece ad indicare il sesso femminile. Anche il drago indonesiano deriva dal drago indiano. I due sono infatti spesso chiamati con lo stesso nome.
I draghi occidentali
Le figure mitologiche dei draghi hanno anche in occidente caratteristiche fisiche e funzioni precise, nonostante queste si riescano a trovare con meno facilità rispetto alla cultura orientale.

I DRAGHI FRANCESI
Il drago francese è stato associato, nell’antichità, alla cavalleria. Questo animale non ha un nome particolare, ma il più famoso è sicuramente la Tarasca, che viveva alla foce del fiume Rodano, in Provenza. Molti pescatori erano spesso vittime di suoi attacchi improvvisi, in quanto aveva ottime abilità di caccia. Questo drago veniva a volte rappresentato talvolta come mammifero, altre volte come una grande tartaruga a sei zampe.
I DRAGHI TURCHI
Il drago turco o Ejderha, ha la coda infuocata e le sembianze di un grande serpente. Non vi sono molte leggende su questi draghi, ma le poche li descriverebbero come rettili senza ali e senza zampe.
I DRAGHI DELL’ANTICA GRECIA
Il Drakon è invece il protagonista della mitologia greca risalente al 560 a.C. In greco, il nome “drago” significa “guardare attentamente” e questo si collega al fatto che somigliasse ad un serpente dallo sguardo paralizzante. Questi non presentano né ali, né zampe. Non sputavano fuoco, ma potevano avere molte teste oltre che un respiro velenoso. Alcuni di questi erano addirittura descritti come umanoidi, come ad esempio Tifone.
I DRAGHI UNGHERESI
I draghi ungheresi più famosi sono invece tre: Sarkany, Sarkanykigyo e Zomok. Il primo ha una forma umana e più teste. Il secondo è un serpente alato che governa le tempeste ed il maltempo. L’ultimo, invece, ha le sembianze di un serpente e si nutre di maiali. Il nome Sarkany è usato inoltre per descrivere ogni tipologia di drago in generale e la maggior parte di questi sono giganteschi serpenti alati.
I DRAGHI GALLESI
Il drago Gallese, o Y ddraig goch (il drago rosso), è completamente rosso e secondo Merlino sarebbe proprio il simbolo dei gallesi. L’animale appare infatti sulla bandiera nazionale del Galles. La creatura presenta due ali, quattro zampe, una coda a punta ed è in grado di ospitare fuoco. La leggenda narra che questo drago rosso sconfisse il drago bianco, dopo che a causa delle loro innumerevoli lotte sottoterra, ogni notte le mura del castello del sovrano britannico Vortigern crollavano. Il drago bianco simboleggiava i Sassoni. Altre leggende affermano invece il fatto che il drago bianco fosse un invasore, che a causa delle sue terribili urla faceva abortire molte donne incinta, morire le piante e diventare sterili gli animali. Per questi motivi gli fu dato un liquido per farlo addormentare e dopodiché lo sotterrarono.
I DRAGHI RUMENI
Il drago slavo si chiama Zmeu. Questo essere mitologico sputa fuoco e a causa della grandezza dei corpi, il loro volo può provocare turbolenze in cielo. Gli Zmeu sono difensori delle terre della raccolta, ma con il passare dei secoli la loro valenza è diventata sempre più negativa. Talvolta, questi esseri, più che essere paragonati a dei draghi sono associati a figure soprannaturali dalle sembianze di rettili umani bipedi.
I DRAGHI TEDESCHI
I draghi tedeschi corrispondono a quelli scandinavi, sono chiamati Lindworm e sono associati alle viverne. Sono infatti animali serpentiformi e questi simboleggiavano la guerra, le sfortune e la pestilenza. In alcune leggende questi draghi tormentavano le salme e si nutrivano di queste. In un poema epico germanico, questo drago venne ucciso quasi accidentalmente in seguito alla lotta per il possesso del tesoro tra Sigfrido e i suoi fratelli.
I DRAGHI ALBANESI
I Dragua sono invece quelli albanesi, caratterizzati da due grandi ali da pipistrello e dotati di quattro zampe. Abitano nelle foreste e sono quasi introvabili. Questi esseri possono vivere più di 100 anni e soprattutto non possono morire per mano umana. Dopo l’invasione ottomana, i draghi sono diventati protettori della popolazione che risiedeva sugli altipiani e anche per questo furono sempre osannati dalla gente.

il drago italiano
Tra le tante leggende delle figure mitologiche dei draghi, ce n’è anche una italiana. Questa narra di uno spaventoso drago che si aggirava in un paesino in provincia di Terni. Papa Silvestro decise così di occuparsi personalmente della questione, recandosi in Umbria (territorio da sempre molto fertile per questi animali) e rendendo l’animale inoffensivo. La popolazione, per ringraziare il Papa, decise così di costruire una piccola chiesa in cima alla montagna, vicino alla tana del non più temuto drago: l’abside della chiesa presenta infatti un’iconografia di S. Silvestro, Santo ancora oggi devoto dagli abitanti.
Un’altra leggenda racconta invece di una terribile viverna che viveva in un comune umbro. Questa creatura si cibava di così tanti uomini quasi da causarne lo spopolamento. Così, un giovane coraggioso decise di farsi forza e affrontare il drago: quest’ultimo morì. Fu da allora che Terni assunse la creatura nello stemma rappresentante la città.
Entrambe le due versioni sono però univoche sulle caratteristiche fisiche della creatura: si tratterebbe di un drago con due grandi ali che sono contemporaneamente anche le zampe anteriori, due grandi zampe posteriori e una lunga coda.
le figure mitologiche dei draghi e la nascita della leggenda
Le culture e le letterature che trattano di questi esseri sono ormai moltissime e coinvolgono tutto il mondo: sarebbe impossibile definire quale sia stata la leggenda d’origine di questi esseri. Una delle più accreditate, però, collega i dinosauri ai draghi. In effetti, secondo alcuni, i ritrovamenti delle ossa dei dinosauri avrebbero scaturito fantasie su animali mitici e leggendari, che avrebbero poi preso il nome odierno di draghi. I primi ritrovamenti delle ossa di dinosauro risalgono infatti all’antica Cina, e le leggende più antiche sui draghi, risalgono proprio a quel periodo. E’ quindi probabile che dalla Cina la leggenda, nel corso dei secoli, si sia spostata in Occidente, dove ha poi assunto significati e forme diverse.