C’era una volta il Glam. E già dal nome, una abbreviazione di glamour, il riferimento al lato estetico è evidente, ma è estremamente difficile circoscrivere il Glam che se pure è stato un genere musicale preciso, dal punto di vista visivo e dello stile ha influenzato artisti anche molto diversi.
Loro comune denominatore era il colore, l’eccesso di spettacolarizzazione della performance che andava di pari passo con un abbigliamento ed un trucco vistoso e a base di brillantini.
Era la risposta inglese a quelli che sono stati definiti anni di piombo non per attinenza con i proiettili delle pistole e delle mitragliette, come in Italia, ma per il grigiore che contraddistingueva il periodo dello sboom, la peggior crisi economica inglese del dopoguerra, finiti gli anni della swinging London. Consumi in frenata, grigiore, contestazioni, recessione. E la cultura popolare risponde appunto con un fenomeno che sarà definito Glam.
A quegli anni, e a quei protagonisti, è dedicata la mostra che ONO arte contemporanea presenta a Bologna dal 17 maggio al 29 luglio, “Glad to be Glam: fotografie di Michael Putland”. Una retrospettiva che vuole celebrare alcune delle più importati icone del Glam attraverso le fotografie di Michael Putland.
La mostra è la prima di una serie di antologiche che ONO realizzerà nella stagione espositiva 2018 -2019 che vogliono andare ad indagare la cultura popolare e lo stile inglese dagli anni 50 ad oggi.
Questo primo appuntamento permette di far conoscere il Glam inglese come movimento trasversale che ha influenzato ed attraversato moltissimi generi musicali.
Le fotografie di Michael Putland in mostra includono artisti come David Bowie, Marc Bolan, Elton John e i Queen – tipiche icone del Glam – fino ai Kiss, George Michael e ai Duran Duran, che hanno portato avanti una rivoluzione di strass, piume e paillettes nel decennio della grande crisi economica.
Di questi nuovi protagonisti della scena musicale alcuni non hanno superato l’esame del tempo, ma chi lo ha fatto ha ancora una grande influenza nel mondo della musica, tra di essi Elton John, Freddie Mercury e i Queen, Bryan Eno e i Roxy Music, Marc Bolan e ovviamente David Bowie.
Da questo elenco è evidente come all’interno dello stesso genere si alternassero intenti più leggeri e giocosi ad istanze anche musicalmente più sperimentali. Entrambi però hanno contribuito ad una generale liberazione dei costumi sessuali, ad un piegamento delle normali definizioni di genere che ha avuto grossa eco anche sulle persone comuni, scendendo dal palco e segnando anche un passo importante per i diritti LGBT+, motivo per cui probabilmente il Glam fu un genere di maggior successo in Inghilterra rispetto che nei più puritani Stati Uniti.
Nelle immagini di Putland si alternano momenti da palco con istanti di quotidianità, in tour, nei backstage o in casa, per mostrare dall’interno e con uno sguardo previlegiato un movimento tanto cangiante quanto ancora importante e con una influenza continua nel mondo della musica.