“Scusi prof… Posso farle una domanda che c’entra poco… anzi, proprio per niente…”
Gli occhi neri mi fissano. Con la solita luce provocatoria… Sospiro… Dovrei spiegare Sarpi, oggi… ma…
Va bene. Dimmi.
“Ma lei cosa pensa delle Guerre Puniche? cioè, servono a qualcosa? Perché uno, un ministro mi pare, ha detto…”
Già, un altro genio di questo governo. Dal nome che preferisco dimenticare. Sui Social ne parlano da giorni…
Sì, per me serve. E ti dirò di più. Questo paese, il nostro, l’Italia, avrebbe bisogno di molte più persone che conoscessero le guerre Puniche, e di meno digital manager
“E daje prof. Mo’ sta a esagerà… Con le guerre Puniche mica se trova lavoro…” guardo il Boro. Per una volta nessuno ride. Ha dato voce ad un pensiero, anzi uno stato d’animo comune…e sempre più, artatamente, diffuso.
No. Non si trova lavoro. Ma si impara una cosa molto più importante. A pensare. E a capire ciò che ci circonda… Il mondo in cui ti tocca vivere. E in cui, come digital manager, verrai, certo, utilizzato. E sfruttato. Perché chi non pensa, chi non vede intorno a sé, è come un asino aggiogato alla ruota del mulino. Deve farla girare, e stare alla frusta di chi comanda. Oggi li chiamano digital manager o in altri modi… Un tempo erano più onesti. Li chiamavano semplicemente per quello che erano. Schiavi…
“OK, prof… Ma che c’azzecca questo con ste Guerre Puniche? Perché ce dovrebbero insegnà a pensare? È roba vecchia de duemila anni…”
Certo, è roba vecchia. Ma è anche un paradigma. Ed è stata una svolta fondamentale della storia nostra. Se Annibale, che era un genio strategico tra i più grandi mai apparsi, avesse preso Roma, e ci mancò davvero poco, nulla sarebbe così come lo conosciamo. Ancor oggi.
“Cioè lei vuol farci credere che il nostro mondo, così come è, dipende dal risultato di guerre di due millenni fa?” annuisco. Ci penso un attimo, poi riprendo.
Proprio così. Vedete, sia Roma che Cartagine erano non solo due grandi potenze rivali, ma due modelli di civiltà antitetici fra loro. Cartagine era una potenza Marittima, mercantile, basava la sua forza sulla flotta. E su grandi latifondi in Nord Africa, coltivati da manodopera servile.
“Ma anche i romani avevano gli schiavi, no?”
Certo, ma era diverso. Roma aveva alla base il concetto del diritto. Che è forse il suo più grande retaggio giunto sino a noi. La cittadinanza romana era estensibile, e gli schiavi stessi venivano considerati uomini. Anche se non liberi, ma che potevano giungere al riscatto. E persino, in alcuni casi, divenire infine cittadini a pieno titolo.
Per Cartagine non era così. Era dominata da una élite economica chiusa. Sempre e solo le stesse famiglie. Gli altri non contavano. E gli schiavi erano solo bestie da lavoro. Da sfruttare sino alla morte. Nessun Cartaginese avrebbe potuto mai dire la frase che ha detto Seneca: Servi sunt, immo homines. Sono schiavi, ma sono pur sempre uomini..
“Va bene… Ma questo con noi che c’entra?”
Vedete, se avesse vinto Cartagine noi non avremmo il diritto romano. Né quella visione della vita che possiamo definire Umanesimo. E che prevede il concetto di persona. E i diritti, le libertà individuali. Per i principi mercanti di Cartagine tutto questo non aveva senso. Tutto e tutti erano sacrificabili ai loro interessi. Il loro Dio principale, non a caso, era Moloch. Cui venivano sacrificati i bambini. Arsi vivi…
“Che orrore!” espressioni di disgusto, di stupore…
Già, soprattutto perché Cartagine non era una cultura primitiva. Anzi, era una civiltà avanzata. E, per molti aspetti, più raffinata di quella romana. Ma, come vi dicevo, era aliena dal nostro concetto di uomo. E di umanità. Non per nulla i greci di Sicilia chiamarono i Romani in aiuto contro i Punici. Sapevano che Roma li avrebbe sottomessi. Ma lo preferivano al dominio Cartaginese. La cultura romana e quella greca, pur con molte differenze, erano affini. La stessa concezione dell’uomo. Quella Cartaginese era altro..
Prendo un attimo fiato. Poi…
Vedete, per questo studiare le Guerre Puniche è importante. Perché ci permette di comprendere non solo il nostro passato. Ciò che siamo. Ma anche quello che oggi sta avvenendo. Perché certe cose, o meglio certi bivi si ripropongono periodicamente. E ogni volta bisogna scegliere. O con Roma o con Cartagine. O uomini con una personalità giuridica e diritti inalienabili. O schiavi sacrificabili per il puro interesse economico di pochi. Potremmo tradurre o con Giove, che è padre del diritto. O con Moloch. Che divora i tuoi figli.
Silenzio tombale. Suona la campanella. Sono sulla porta. La mora mi fissa, ma i suoi occhi sono, insolitamente, velati di tristezza…
“Prof. Ma esiste ancora Cartagine, oggi?”
“Sì. E sta vincendo, purtroppo.”
Esco, senza indossare la mascherina.