Le Mani delle Donne che incontrammo una volta, e nel sogno e nella vita…
Ogni tanto questi versi di D’Annunzio mi tornano in mente. Come una specie di… ossessione. Queste immagini delle mani femminili che si susseguono in un continuo alternarsi musicale, ora crescente, ora che si abbassa di tono fino, quasi, a divenire un sussurro… Una musicalità avvolgente, sensuale, dove le parole sono una tastiera, e trasfigurano in note… La cifra stilistica unica, e inimitabile, del poeta di Pescara…
Ma è delle mani che voglio parlare. Non della poesia di D’Annunzio. Che, tuttavia è un ottimo spunto di… meditazione . Come spesso avviene, se non ci si lascia fuorviare dall’immagine stereotipa del poeta creata dalla nostra, ottusa, epoca.
Le mani hanno un loro fascino tutto particolare. Una loro bellezza… che, appunto, viene dai particolari. La lunghezza delle dita, il loro essere armoniose. Affusolate. Il modo in cui si muovono. Le unghie. Lunghe, corte, più o meno curate, gli smalti, il colore naturale della carne che traspare come attraverso un vetro.
Mani bianche, candide, pallide e quasi vitree, che lasciano intuire un sottile tracciato di vene azzurrate. Mani ambrate dal sole, che sembrano splendere di luce propria.
Mani che si muovono perennemente, nervose, inquiete. O che sembrano suonare un’invisibile tastiera, evocare note nel vento. E poi inseguirle nella loro fuga.
Mani calme, dai movimenti pacati. Che infondono una sensazione di pace. Di serenità.
E mani sensuali, languide. Che ti ipnotizzano, che ti fanno sognare, ad occhi aperti, carezze…
Eccolo qua, il feticista. Il maniaco che, alla fine, mette fuori il capo, dietro al velame delle parole, delle citazioni letterarie, più o meno appropriate….
Ma non è feticismo. Non è brama morbosa di un oggetto. Piuttosto, è il cogliere l’insieme da un particolare. Che, appunto, rivela più profondamente l’insieme. Un insieme che non è solo il fisico nel suo complesso. Perché le mani non sono solo le estreme appendici degli arti superiori. Sono molto di più. Strumenti che permettono di passare dal fisico al metafisico. Dal corpo all’anima
Le Mani sono emozioni. Stringere la mano di una Donna è già, di per sé, un gesto rivelatore di ciò che provi davanti a lei. Interesse, curiosità, desiderio, passione… E il modo in cui la mano di lei a tale stretta risponde, è il segnale di una disponibilità. O di un rifiuto. Il calore e la forza della stretta. La mano che prima stringe e, poi, si abbandona. O, al contrario, una mano fredda, molle, indifferente…
Il baciamano era il gesto di saluto e di omaggio. E anche questo un segnale. O meglio un “signal”, come in Arnaut Danielle e nei trovatori di Provenza. E cantori della società cortese, che hanno stilizzato tutte le fasi del corteggiamento. E aperto la nuova poesia d’amore.
Il gesto di omaggio. Chinarsi sulla mano senza sfiorarla neppure. Solo avvertendone il profumo.
Oppure portarla alle labbra. E posarvi il Bacio. Il Guiderdone, il premio ambito ed invocato per il Servizio d’amore.
Cose, usi che ci appaiono oggi strani, anacronistici. Eppure, un tempo non lontano, si chiedeva la Mano della Donna, al padre o al tutore. La Mano, non il corpo. E sul dito anulare si poneva e portava poi quell’anello, simbolo di catena. Di legame indissolubile.
Perché, certo, la mano è parte del corpo, ma nel suo movimento rivela qualcosa di incorporeo. Qualcosa che i sensi non possono percepire direttamente.
Potremmo dire che le mani sono magiche. Muovendosi evocano figure nell’aria circostante. A volte scomposte. A volte meravigliose, come quelle che doveva evocare con un gesto elegante Nimue, o, se preferite, Viviana. L’allieva di Merlino, che lo imprigiona nella Grotta di Cristallo.
Se guardi le mani con attenzione, se lasci che le mani parlino, non vi è bisogno di parole. Non vi è bisogno di dire alcunché. Tutto si rivela…
D’accordo, forse sarebbe meglio, come dicono i miei allievi, che ce dessi un taglio co’ sto D’Annunzio. Nun je fa bene prof…. Je fa fare discorsi strani…
1 commento
I ragazzi,a loro modo, sanno cogliere qualche aspetto del loro Prof., che va a corrispondere con la realtà.
In questo caso specifico hanno sottolineato quei -discorsi strani- in cui loro stessi si rivedono, perché sono quelli di cuori tormentati,si direbbe anche innamorati.
Come anche nella chiusa di qualche giorno fa(che mi ha perfino commosso e in cui ho visto anche me stessa), il Boro ha siglato la fine con quel -… menomale che non volevi parlarne,prof….-( non sono le parole esatte),dall’ amaro retrogusto.