Una ragazza di 22 anni muore sul lavoro, lasciando un figlio piccolo. Il dolore e l’indignazione sono un po’ più evidenti del solito proprio per la realtà famigliare della vittima. Ma morti sul lavoro non erano mancati il giorno prima ed altri si sono aggiunti il giorno seguente. Però sul palco del concertone del primo maggio l’influencer Fedez ha preferito occuparsi del ddl Zan, ha preferito dedicare il proprio intervento ad insultare la Lega. Ed i suoi seguaci si sono pure entusiasmati.

La sinistra – sì proprio quella roba buffa che, quando buffa non era, si occupava delle condizioni dei lavoratori – si interroga se affidare a Fedez il compito di rappresentarla. Scelta legittima, ovviamente, perché nessuno obbliga ad occuparsi di diritti sociali quando si può tranquillamente ignorarli preferendo i diritti civili. Ma, almeno, si eviti l’ipocrisia del Primo Maggio. Niente più festa dei lavoratori ma celebrazione degli orientamenti sessuali. Todo cambia, possono cambiare anche le priorità.
E, in effetti, un briciolo di coerenza si è visto in occasione della morte della ragazzina toscana, ancor di più con la morte degli altri lavoratori. Pressoché totale indifferenza, al di là delle squallide frasi di circostanza. Aveva un figlio, la vittima. Partorito da lei, non comprato al mercato degli uteri in affitto. Lavorava onestamente, non stava sdraiata sul divano ad aspettare il reddito di cittadinanza come un qualunque renitente alla vanga che blatera di catcalling. Dunque non poteva suscitare l’interesse dei Ferragnez. È comprensibile: chi deve lavorare e poi occuparsi di un figlio non ha tempo per seguire le vacanze della coppia di influencer, i cambi di abito di lei, i tatuaggi di lui.
Ma se i morti sul lavoro non scuotono le coscienze della gauche caviar – e neppure di quelle destre allineate con Confindustria e con qualsiasi potere economico – a rovinare i giochi arcobaleno potrebbe contribuire il risultato elettorale di Madrid. Dove ad essere spazzata via non è stata la sinistra tradizionale, ma quella innovativa dei diritti civili, del politicamente corretto, delle sardine in salsa iberica. Insieme ad una destra moderata e liberale che in Spagna non interessa più a nessuno, totalmente inutile e scollegata dalla realtà.

“Madrid non è la Spagna”, si sono giustificati i socialisti di un insopportabile Sanchez. Vero, ed a maggior ragione non è neppure l’Italia. Però, in un mondo sempre più connesso, certi segnali non andrebbero sottovalutati. Lo ha capito perfettamente quel sistema di potere italiano che impedisce il voto, che rinvia le elezioni amministrative ma consente il voto in presenza alle primarie del Pd.
Fa paura, il voto. Fa paura l’insofferenza crescente. Ed allora servono i distrattori di massa come Fedez. Nella consapevolezza che, come al solito, le destre non hanno nessuno da contrapporre su questo fronte. Sconfitta sul piano delle idee e della realtà, la gauche caviar si rifugia nei follower e negli outfit. E le destre si indignano senza far nulla per reagire.