Le più rare sindromi psichiatriche possono variare dal sentirsi in stato di putrefazione ad avere una mano che non si riesce a controllare, dallo scambiare gli estranei per delle persone a noi care, allo scambiare persone a noi care per estranei, dall’avere pseudo allucinazioni al disorientarsi davanti ad un’importante opera d’arte. Scopriamo quindi nel dettaglio quali siano i più rari disturbi riconosciuti dalla psichiatria e in cosa essi consistano.
Cos’è una sindrome psichiatrica
Cos’è un disturbo mentale
Nella disciplina della psichiatria, un disturbo psichico o mentale è una condizione patologica che colpisce diversi ambiti. La persona affetta da disturbi mentali può infatti presentare problematiche nella sfera comportamentale, relazionale, cognitiva o affettiva. Talvolta queste problematiche possono essere così forti da compromettere gravemente l’integrazione socio-lavorativa dei malati oltre che causare sofferenze e angosce.
Cos’è una malattia mentale
Si inizia invece a parlare di malattia mentale e non più di disturbo, quando il disagio diventa particolarmente importante oltre che durevole. Le malattie mentali possono causare pericolo o disabilità e la cura di queste rientra appunto nel campo di studi della psicologia e della psichiatria. Dal Medioevo in poi, le scienze psichiatriche e psicologiche si sono fatte sempre più strada, andando così a comprendere maggiormente le patologie, in aumento in virtù del progressivo crescere della popolazione mondiale.
Le sindromi psichiatriche sono spesso oggetto di pregiudizi
I disturbi psichici e le malattie mentali storicamente sono state oggetto di pregiudizi da parte dell’opinione pubblica, e ancora oggi capita che non vengano comprese o dotate del giusto peso. Questo perché la malattia mentale, a differenza di quella fisica, ha modi diversi di manifestarsi e più essere di più difficile comprensione, sia per chi ne soffre, sia per chi è vicino. Possiamo dire appartengano alla sfera dell’irrazionale e ciò è una delle motivazioni per la quale molte persone provano disagio o timore nel parlarne con qualcuno o affidarsi a chi di competenza, specialmente se si tratta di quelle che poi si rivelano essere tra le più rare sindromi psichiatriche.
La Sindrome di Capgras: una tra le più rare sindromi psichiatriche
La sindrome di Capgras, conosciuta anche come “Illusione del sosia”, è una rara malattia collocabile all’interno dei disturbi psicotici atipici. Questa consiste nella delirante convinzione che una o più persone attorno a noi, solitamente parenti o amici, siano stati in realtà scambiati e che di fronte a noi vi sia quindi un “doppione” della persona.
Nei casi più gravi
Laddove il “copione” assumesse per il soggetto affetto dal disturbo psichico comportamenti pericolosi, la situazione andrebbe a farsi ancora più grave. Questa forma ad esempio potrebbe portare i pazienti a rifiutare di continuare a vivere con il partner, o ancora a decidere di chiudere i rapporti familiari.
In molti casi, inoltre, il paziente può manifestare episodi di ansia, alterazione del tono dell’umore, depressione e aggressività.
Chi viene colpito da questa sindrome
La sindrome di Capgras si verifica all’interno di un ampio range di età e in una molteplicità di malattie, ma secondo Sims e Kaplan (due importanti psichiatri), i casi sarebbero leggermente più frequenti nelle donne.
Le persone accusate di essere dei sosia, inoltre, sono soggetti ai quali il paziente è molto legato affettivamente, motivo per cui nella maggior parte dei casi si tratta di parenti stretti o coniugi.
Possibili cause della Sindrome di Capgras
Da diversi studi è emerso come questa sindrome colpisca le persone che hanno subìto danni al sistema che produce la risposta automatica di attivazione rispetto alle facce familiari. Alla base della fatidica sindrome sembra esserci una disconnessione tra la corteccia temporale e il sistema limbico, legato alle emozioni.
Come si guarisce dalla Sindrome di Capgras
Gli psichiatri, ai soggetti affetti dal disturbo, prescrivono generalmente medicinali antipsicotici ed antidepressivi. L’assunzione di questi è sempre accompagnata dalle sedute di psicoterapia, in cui spesso svolgono un ruolo fondamentale anche i parenti.
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Una tra le più rare sindromi psichiatriche: la Sindrome di Fregoli
Chi è affetto da questa sindrome, in opposizione al disturbo di Capgras, tende a credere che i parenti o gli amici siano in grado di trasformarsi in estranei. Essa sembra essere soprattutto una patologia femminile.
I sintomi
In questa sindrome, il malato avverte un senso di pericolo in quanto si sente costantemente perseguitato da un individuo, che lo affianca sostituendosi ad altre persone. L’individuo persecutore è sempre lo stesso soggetto a differenza invece dalla sindrome di Capgras.
Il comportamento dei pazienti, sentendosi in pericolo, può rivelarsi aggressivo ed è molto spesso accompagnato da minacce verbali.

Correlazioni della Sindrome di Fregoli
Tale sindrome, come tante altre, è spesso correlata ad altre malattie psichiatriche e non solo, come ad esempio:
- la schizofrenia
- malattie come l’ictus o tumori cerebrali
- somministrazione di farmaci come il levodopa
- somministrazione di sostanze stupefacenti come l’ecstasy
Può anche coesistere con l’intermetamorfosi, in cui il paziente ritiene che un soggetto possa trasformarsi in un altro. Questa sindrome è rilevata anche in presenza di prosopagnosia, un disturbo che comporta il mancato riconoscimento dei volti delle persone.
Le cure
L’aggressività verbale, ma soprattutto quella fisica, sono i primi aspetti ad essere trattati a livello psicoterapeutico. Vi sarà così una verbalizzazione della propria rabbia con il conseguente contenimento dei sospetti e delle sensazioni di pericolo dei pazienti. Il tutto è come sempre accompagnato da dei medicinali, in genere di farmaci antipsicotici.
Il paziente potrebbe però manifestare anche disturbi dell’ansia o depressione, e in questo caso il medico curante potrà somministrare farmaci ansiolitici e/o antidepressivi.
Infine, la psicoterapia può essere consigliata in aggiunta o addirittura in alternativa alla terapia farmacologica.
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La Sindrome di Cotard: tra le più rare sindromi psichiatriche
Questo disturbo porta le persone a credere di essere morte, di non avere più determinati organi, di non avere più sangue in corpo o di percepirsi in pieno stato di putrefazione. I malati di questa sindrome, credendo di non percepire più alcuno stimolo emozionale, si auto-convincono di non essere quindi più in vita.
Le cause
Si presuppone che questa sindrome possa derivare da un’interruzione patologica delle fibre nervose che connettono il centro delle emozioni alle aree sensoriali. Spesso tutto questo dipende da lesioni o atrofie cerebrali del lobo medio frontale o del lobo parietale. Questo disturbo è stato riscontrato, nella grande maggioranza dei casi, in soggetti che riportano traumi cranici, gravi insufficienze mentali e tumori cerebrali.
I rischi per chi ne soffre
I pazienti in questione manifestano grandi incapacità a relazionarsi con gli altri, addirittura con i propri cari. Questo provoca in loro un senso di abbandono in realtà volontario. I pazienti, sentendosi così emarginati e provando una condizione di estrema solitudine, sono poi soggetti a gravi depressioni. A queste possono seguire istinti omicidi, incentivati dal fatto che la persona, tanto, creda di essere già passata a miglior vita. Chi soffre di questa sindrome tende a lasciarsi andare, a non prendersi più cura di sé ma soprattutto a non mangiare, andando a creare diversi squilibri anche all’organismo.
Come uscire dalla Sindrome di Cotard
L’obiettivo principale degli psichiatri che si trovano di fronte pazienti affetti dalla sindrome di Cotard è quello di trovare correlazioni tra il disagio del paziente ed i fattori che scatenano il disturbo. Spesso infatti il medico organizza colloqui e incontri con i familiari. Al paziente saranno inoltre somministrati medicinali antidepressivi, antipsicotici e stabilizzatori dell’umore.
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Tra le più rare sindromi psichiatriche vi è quella della mano aliena
Le persone affette da questo disturbo avvertono la loro mano indipendente e non collegata al proprio cervello o, in generale, al proprio corpo. La mano in questione in genere è la sinistra. La mano aliena può essere un disturbo disabilitante oltre che imbarazzante, in quanto questo non permette all’individuo di compiere le azioni che vorrebbe compiere, oltre che impedire e ostacolare le azioni dell’altra mano.
Al soggetto verranno difficili i più piccoli e semplici gesti e inoltre, la mano potrebbe arrivare addirittura a strangolare il corpo o a causare danni fisici.

Le cause della Sindrome della mano aliena
Le cause associate a questa fatidica sindrome sono delle lesioni al lobo frontale e\o al corpo calloso. Si differenziano infatti due varianti: quella frontale e quella callosale. Nella prima, la mano tende ad esplorare l’ambiente e a manipolare gli oggetti nell’ambiente personale, mimando a questi le funzioni.
Nella seconda, invece, la mano ribelle ostacola in tutto e per tutto quella sana, talvolta immobilizzandola anche. Nonostante queste consapevolezze, però, ad oggi vi sono ancora molti dubbi su quali siano gli altri fattori scatenanti.
L’interazione degli individui con l’ambiente necessita di un equilibrio tra l’attività della corteccia pre-motoria e quella dell’area motoria supplementare, specifiche del cervello. Equilibrio che viene invece a mancare nei pazienti affetti dalla sindrome della mano aliena.
Quando può verificarsi la sindrome della mano aliena
La sindrome, in molti casi, sorge dopo una separazione chirurgica degli emisferi cerebrali. Questa procedura è chiamata callosotomia, ed è un’operazione chirurgica di separazione dei due emisferi cerebrali per sezionamento del corpo calloso. Il disturbo può verificarsi anche dopo altri tipi di interventi neurochirurgici, ictus cerebrali, infezioni, aneurismi o tumori cerebrali.
Le cure alla sindrome
Attualmente non esiste cura per la sindrome della mano aliena, tuttavia i sintomi possono essere ridotti. Tenendo la mano aliena occupata, infatti, la situazione potrebbe (anche se solo temporaneamente) migliorare.
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Cos’è il disturbo di Todd: una tra le più rare sindromi psichiatriche
Essa è, come accennato, un grave disturbo neurologico. La sindrome di Todd ha molteplici conseguenze sulla percezione visiva, causando forti allucinazioni. Queste allucinazioni possiamo anche definirle come distorsioni dimensionali e morfologiche, tra cui micropsia e macropsia.
Ad oggi non sembrano esserci particolari o specifiche cure per il disturbo, considerando anche il fatto che si tratti di qualcosa di molto raro oltre che di temporaneo. Nei casi più gravi vengono però prescritti farmaci neurolettici (ovvero per il trattamento delle allucinazioni), antidepressivi, ansiolitici e stabilizzatori dell’umore.

Le percezioni di chi soffre della Sindrome
l pazienti, spesso, presentano un senso del tempo e dello spazio distorto. Il tempo sembrerà infatti scorrere più lentamente rispetto alla normalità. Un altro sintomo caratterizzante è quello dell’alterazione dell’immagine del proprio corpo.
Vi sono infine sintomi molto più rari oltre che gravi, tra questi:
- mancanza di coordinamento
- difficoltà nel muovere gli arti
- perdita di memoria a lungo termine
- sensazione persistente di essere ascoltato, osservato o toccato, provocando angosce e preoccupazione nei malati
Cosa può scaturire la Sindrome di Todd
Tra le cause di queste allucinazioni vi sarebbero forti crisi di emicrania o crisi epilettiche. Altri studi evidenziano come alla base dei sintomi possa esserci perfino l’assunzione di alcuni farmaci, come l’anticonvulsivante topirimato, usato proprio nel trattamento dell’emicrania. Le allucinazioni lillipuziane, essendo effetti analoghi ad alcuni sintomi psicotici, sono anche associate alla schizofrenia e al disturbo schizoaffettivo. O ancora il virus di Epstein-Barr che causa molte patologie, tra cui la mononucleosi infettiva. Quest’ultima può essere la causa delle deliranti allucinazioni o fuorvianti percezioni visive legate alla sindrome.
Effetti analoghi a quelli della sindrome di Todd, si avrebbero proprio con determinate droghe psicoattive (come l’LSD).
La Sindrome di Todd e Alice nel PAese delle meraviglie
Anche un celebre romanzo, dal quale il disturbo prende il nome, sembra trattare proprio di questa sindrome. Stiamo parlando “Alice Adventures in Wonderland” di Lewis Carroll, pubblicato nel 1865. La cosa bizzarra è proprio questa: quando il racconto esce siamo a fine del XIX secolo, mentre quando il disturbo viene diagnosticato siamo circa un secolo dopo.
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La Sindrome di Stendhal, tra le più rare sindromi psichiatriche
La sindrome di Stendhal è un’affezione psicosomatica. Una condizione riscontrabile nella persona a seguito dell’incontro e dell’osservazione di un’opera d’arte, in particolare in luoghi non troppo vasti. Fu proprio Stendhal a descriverla per la prima volta, essendone stato vittima durante il suo Grand Tour realizzato nel 1817. In particolare ne fu soggetto durante la visita della basilica di santa Croce a Firenze, infatti si chiama anche sindrome di Firenze.
Chi è più a rischio?
I pazienti che avevano mostrato di soffrire di questa sindrome erano tendenzialmente maschi tra i 25 e i 40 anni, viaggiatori solitari amanti dell’arte con un buon livello di istruzione.
L’origine della Sindrome
Con la nascita del turismo borghese si fa sempre più elevata la possibilità di riscontrare tale sindrome. Nel 1977 sarà proprio la psichiatra e direttrice del dipartimento di salute mentale di Santa Maria Nuova, Graziella Magherini, a battezzare questa sindrome con il nome dello scrittore francese. Questo dopo aver assistito a diversi casi di turisti europei aventi i sintomi riconducibili alla sindrome di Stendhal: tachicardia, vertigini, allucinazioni, crisi di pianto, svenimento, ma anche euforia o eccitazione.

Non solo Firenze
Lo scompenso psichico frutto della sindrome di Stendhal non si riscontra solo nei turisti in visita a Firenze, ma anche a Gerusalemme o a Parigi. Nel primo caso il tutto si svolge attraverso il filtro religioso, mentre nel secondo la sintomatologia seppur simile a quella di Stendhal, non è frutto di immensa ammirazione e meraviglia, ma di delusione e disagio (in particolare in turisti giapponesi). Un’altra sindrome è quella indiana di Airaud, che risulta dalla percezione del nuovo e dell’ignoto, studiata in India in particolare nei turisti occidentali.
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