Il ciclismo è da sempre stata una grande passione per gli italiani. Di recente, il bonus bici ha concesso anche ai meno abbienti la possibilità di comprare una bici da corsa (o “bdc”), con cui affrontare le salite più dure. Per questa ragione ElecTo Magazine vuole offrire uno strumento importante a tutti i ciclisti del Piemonte, indicando le salite più dure per bdc in Piemonte.
Questo articolo indica le salite più dure in tutto il Piemonte: per avere informazioni sulle salite più dure a Torino, sulle salite più belle del Canavese o sui percorsi ciclistici più affascinanti nelle Langhe, rinviamo agli articoli specifici che pubblicheremo nei prossimi giorni.
Useremo i dati e le mappe di Salite ch, noto archivio di salite per bici da corsa e mountain bike, con una sezione dedicata per buona parte d’Europa.
Colle dell’agnello: salita più difficile del piemonte
Il titolo di salita più difficile del Piemonte per bdc viene vinto a mani basse dal Colle dell’Agnello. Si parte da Casteldelfino, in provincia di Cuneo, e si scollina in Francia, nel Parco Naturale Regionale di Queyras.
Il valico, poco più a sud del Monviso, è uno degli storici collegamenti tra Italia e Francia. Inoltre è il secondo passo automobilistico più alto d’Italia, dopo lo Stelvio, e il terzo d’Europa, dopo l’Izoard. Il Colle dell’Agnello è poi nella storia del ciclismo, con l’impresa compiuta da Vincenzo Nibali nel 2015, quando ribaltò un Giro d’Italia che ormai sembrava perso.
Venendo agli aspetti tecnici, iniziamo con l’indicare i dati sulla salita del Colle dell’Agnello:
- Lunghezza: 22,4 km da Casteldelfino
- Dislivello: 1464 m; partenza a 1280 mslm, arrivo a 2744 mslm
- Pendenza media: 6,4%
- Pendenza massima: 15%
22,4 km al 6,4% sono di per sé un’impresa: la situazione peggiora però se si guarda alla mappa che mostra come il dislivello è distribuito lungo la salita.

A parte alcuni tratti isolati, fino al tredicesimo km la salita è piuttosto pedalabile, con parti anche lunghe in falsopiano. Insomma, consente di scaldare le gambe, in attesa dell’inferno.
Inferno che arriva appunto dopo 13 km, quando inizia una sezione di 9 km sempre fra il 9% e il 10,5%. Superata la dogana italiana, a 1830m, si inizia a faticare, e non si smette fino a 300m dalla cime. Va poi sottolineato che la parte più dura del Colle dell’Agnello è quasi interamente sopra i 2000 mslm, dove l’aria è più rarefatta e i polmoni cercano disperatamente ossigeno. Un’impresa per coraggiosi.
Colle delle Finestre: dove applaudono gli indiani
Il Colle delle Finestre è un altro pezzo di storia fra le montagne del ciclismo. Collega la Val di Susa, precisamente Meana, e la Val Chisone, nel paese di Fenestrelle, sede del bellissimo forte. Diventa parte del Giro d’Italia per la prima volta nel 2005, cui seguiranno altre tre passaggi, nel 2011, nel 2015 e nel 2018. Proprio quando passa il ciclismo il colle si popola di tifosi, che, disposti lungo i tornanti, sembrano degli indiani in attesa.

Il passaggio sul Colle delle Finestre del 2015 porta dolci ricordi agli italiani, con la splendida vittoria di Fabio Aru nella tappa che si concluse a Sestriere. Nel 2018 però si fece la storia: Chris Froome, fino a quel momento in difficoltà, vinse un Giro d’Italia che sembrava compromesso. Attaccò proprio sul colle, a 87 km dall’arrivo, facendo scoppiare Simon Yates, vero padrone del Giro fino a quella tappa. Proseguì poi in solitaria, guadagnando ancora terreno nella discesa verso Fenestrelle, nella scalata del Colle del Sestriere e infine sulla salita che portava al traguardo dello Jafferau, sopra Bardonecchia. Un’impresa d’altri tempi, che fece emozionare i fan del ciclismo.
Venendo alla salita vera e propria, il versante più comune è quello di Meana, dato che presenta una lunga parte finale in sterrato che non lo renderebbe percorribile in discesa:
- Lunghezza: 18,62 km da Casteldelfino
- Dislivello: 1694 m; partenza a 484 mslm, arrivo a 2178 mslm
- Pendenza media: 9,1%
- Pendenza massima: 14%
La salita è molto regolare, come indica la mappa sottostante. Ci sono 33 tornanti, di cui 28 nella parte asfaltata. Lo sterrato inizia sul colletto di Meana, a 1462 mslm e con ancora 8 km di salita da percorrere.

La discesa è su una strada di montagna, relativamente stretta ma poco trafficata. L’asfalto è in buone condizioni e non presenta pericoli.
Colle della Fauniera: 3 accessi per l’inferno
Il Colle di Fauniera o Colle Fauniera o Colle dei Morti si trova in provincia di Cuneo. Si può scalare da tre versanti, come recita il cartello sulla cima: Pradleves, Ponte Marmora e Demonte. Tutti e tre i versanti sono durissimi, come vedremo in seguito. Il più noto è quello che parte da Pradleves, che ospitò il Giro d’Italia nel 1999, quando Pantani staccò Jalabert e gli rubò la maglia rosa, mentre Savoldelli si lanciava in picchiata verso Demonte per vincere la tappa. Per celebrare questa impresa, in cima al colle si trova un monumento dedicato a Pantani.
Il Colle della Fauniera da Pradleves
Caratteristiche tecniche:
- Lunghezza: 21,2 km
- Dislivello: 1690; partenza a 822 mslm, arrivo a 2511 mslm
- Pendenza media: 7,9%
- Pendenza massima: 14%

Come si può vedere, partendo da Pradleves la salita è dolce all’inizio, ma dopo 5 km presenta pendenze impegnative, che perdurano fino alla fine. Fortunatamente, nel mezzo vi sono tratti che consentono di respirare, con falsipiani o anche contropendenze.
Il Colle della Fauniera da Ponte Marmora
Caratteristiche tecniche:
- Lunghezza: 22 km
- Dislivello: 1567 m; partenza a 944 mslm, arrivo a 2511 mslm
- Pendenza media: 7,1%

Questo è probabilmente il versante più facile del Colle Faunera, perché è più breve e presenta una pendenza media “solo” del 7%. Si inizia con pendenze dolci, se si eccettua il tratto all’8% fra il 4o e il 6o km. Dal nono km però la pendenza diventa dura, con due km, il 15 e il 16, che consentono di rifiatare. La parte più dura è l’ultimo km e mezzo, che ha una pendenza dell’11,1%.
Il Colle della Fauniera da Demonte
- Lunghezza: 24,7 km
- Dislivello: 1721; partenza a 790 mslm, arrivo a 2511 mslm
- Pendenza media: 7%

Quello di Demonte è il versante più lungo, di 24 km, ma anche quello con le pendenze più dolci. La parte più dura è nella seconda metà, dal 13esimo al 23esimo km, tra il 7 e il 10%. L’inizio è piuttosto pedalabile, così come la fine.
Colle del Nivolet: tra le dighe e il paradiso
Gli appassionati di ciclismo si ricorderanno sicuramente della 13esima tappa del Giro d’Italia 2019, che vide la sua conclusione alla diga del Serrù, sopra Ceresole Reale, nel Piemonte occidentale. Una delle valli più belle della regione, sotto le splendide vette delle Levanne, di cui cantava anche Carducci.

In mezzo a questa cornice, Zakarin si involò verso la vittoria con uno scatto da lontano, seguito a 35 secondi da Mikel Nieve. Nel frattempo, Nibali e Roglic si guardavano, mentre Carapaz prendeva 1’19” a entrambi, segnando un primo solco per la vittoria finale del Giro.
Oltre alla bellezza della salita, che vede a metà la diga del Serrù e i tornanti, il vero spettacolo è in cima, dove tra laghi e ghiacciai si trova un senso alla fatica fatta.
Il Colle del Nivolet da Locana, passando per Ceresole Reale
Ecco le caratteristiche tecniche della salita:
- Lunghezza: 40,5 km
- Dislivello: 1999m; partenza a 613 mslm, arrivo a 2612 mslm
- Pendenza media: 4,9%

La salita è generalmente pedalabile, se si eccettua la parte che vide l’arrivo del Giro d’Italia nel 2019. Ad ogni modo, anche i tratti più duri vedono numerosi tornanti, che consentono di respirare.
Nell’immagine qui sotto potete vedere più nel dettaglio la parte centrale della salita, la più tosta.

La salita di Alpe di Mera da Scopello, al Giro nel 2021
L’Alpe di Mera è una delle salite più dure del Piemonte settentrionale. 9,74 km di lunghezza, a una pendenza media del 9%, con un tratto centrale che non lascia spazi per respirare. Tra il sesto e l’ottavo km, infatti, la pendenza media è superiore all’11%, con tratti anche più duri.
Proprio per questa ragione è stata scelta come sede di arrivo di tappa per il Giro d’Italia 2021. Si partirà da Abbiategrasso, passando poi per Novara. Dopodiché si scalerà il Mottarone, per giungere sul Lago Maggiore. Poi, dopo la Colma di Varallo, un lungo falsopiano, che condurrà ai piedi della temutissima salita dell’Alpe di Mera. Lì saranno dolori, soprattutto per chi non avrà la gamba giusta.
Ecco le caratteristiche tecniche dell’Alpe di Mera da Scopello, una delle salite più dure del Piemonte per le bici da corsa:
- Lunghezza: 9,7 km
- Dislivello: 873 m; partenza a 660 mslm, arrivo a 1533 mslm
- Pendenza media: 9%

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