E’ di Antipatro di Sidone, poeta greco del II secolo a.C., la prima lista delle sette meraviglie del mondo antico che ci è giunta. Dai giardini pensili di Babilonia al faro di Alessandria, passando per la piramide di Cheope, ecco tutti quei luoghi che gli antichi consideravano esempi di maestosità e bellezza.
L’epigramma sulle sette meraviglie del mondo antico
Il primo catalogo delle sette meraviglie del mondo antico ci giunge da Antipatro di Sidone, letterato greco che ebbe molti contatti con la civiltà romana. Cicerone lo cita addirittura come epigrammista brillante. Ed è proprio in un suo epigramma, contenuto nell’Antologia Palatina, che ci fornisce il catalogo delle maggiori bellezze del suo tempo. Non deve stupire che ben quattro dei luoghi citati siano greci. L’intento del testo è infatti anche quello di esaltare la civiltà greca e le sue bellezze, ideate e fatte costruire da grandi uomini per dar lustro alla loro patria.
«Ho posto gli occhi sulle grandi mura
di Babilonia antica, su cui resta
una strada per carri, e sulla statua
di Zeus presso l’Alfeo, ed i giardini
pensili, ed il Colosso del dio Sole,
e il gran lavoro dell’alte piramidi
e di Mausolo la gran tomba; ma
quando io vidi la casa d’Artemide
che sormonta le nubi, perser tutte
codeste meraviglie il lor splendore
e allora dissi: “Invero, mai il Sole
vide una grandezza così ampia”.»
La piramide di cheope, Egitto: la più antica tra le sette meraviglie del mondo antico

La piramide di Cheope è la più antica delle sette meraviglie del mondo ed è l’unica che ci sia pervenuta integrale. Fa parte di un complesso (Cheope, Chefren e Micerino) ma è la più antica delle tre. Fu costruita intorno al 2560 a.C. dall’architetto reale Hemiunu, durante il regno del faraone Khufu, anche detto Cheope. Le altre due sarebbero state commissionate dai suoi due figli, ma nessuna la eguaglia per altezza e grandezza. Si stima infatti che anticamente fossa alta più di 145 metri (oggi ridotti a 138 a causa di fenomeni atmosferici e dell’erosione) e che sia composta da più di due milioni di blocchi.
I GIARDINI PENSILI DI BABILONIA
Edificati circa nel 590 a.C. durante il regno di Nabucodonosor II, i giardini sorgevano nei pressi di quella che oggi è Baghdad. Alcuni studiosi però nutrono molti dubbi riguardo la loro reale esistenza e la loro effettiva collocazione. Non ci sono infatti fonti certe che permettano di dare risposte definitive ai quesiti. Anche il motivo della loro distruzione rimane ignoto.
Tempio di Artemide, Efeso
L’ antico tempio in stile ionico dedicato alla dea Artemide fu eretto intorno al 550 a.C. in quella che oggi è la Turchia. La sua è una storia travagliata, poiché intorno al 356 a.C. il pastore Erostrato diede fuoco alla struttura per poter passare alla storia. Fu però ricostruito nel 323 a.C. grazie a donazioni dei cittadini, per poi essere nuovamente oggetto di barbarie. Questa volta da parte dei Goti, che lo saccheggiarono e distrussero nel 263 d.C.
Statua di Zeus, Olimpia
L’imponente scultura alta ben 12 metri, fu progettata dal più famoso degli architetti e scultori dell’antichità, il maestro Fidia. La statua, portata a compimento nel 456 a.C., faceva parte del più ampio disegno di Pericle di abbellimento della città di Atene e fu collocata nella navata centrale del tempio di Zeus. Lì vi rimase per oltre 800 anni. Secondo alcuni storici fu poi portata a Costantinopoli, dove però venne distrutta da un incendio nel 475.
Il mausoleo di Alicarnasso

Distrutto anch’esso da un terremoto, era la tomba del re Mausolo, satrapo dell’Anatolia occidentale, dedicatagli dalla sorelle Artemisia. Le dimensioni e la magnificenza della costruzione hanno poi trasportato il termine “mausoleo” nella lingua di oggi, per indicare grandi tombe monumentali. Ciò che resta della struttura è oggi conservato a Londra, nel British Museum.
Il Colosso di Rodi
La leggenda narra che l’enorme statua dedicata al dio Elio fu fatta erigere dopo la vittoria dei rodiesi contro le forze degli invasori macedoni nel 305-304 a.C. Ci vollero ben dieci anni per portare a compimento l’opera, che pare fosse alta più di trenta metri. Ma ebbe vita breve, dopo soli 76 anni infatti crollò a causa di un forte terremoto, che arrecò gravissimi danni all’intera città.
Il faro di Alessandria
Il programma di Tolomeo I di Alessandria prevedeva un rinnovamento in termini di edilizia pubblica. L’edificio fu costruito in quest’ottica e venne installato sull’isola di Faro, per separare il porto di Alessandria e il mar di Levante. Lo scopo della struttura era quella di dirigere il traffico marittimo con maggior efficienza. Per garantirsi la protezione del dio, fu dedicato a Zeus Salvatore, affinché guidasse e proteggesse i marinai. Anche in questo caso fu distrutto nel 1303 da un terremoto, dopo ben undici secoli di vita.