Oltre 600 morti sul lavoro dall’inizio dell’anno, come sostengono i sindacati, oppure 1.200 come certifica Carlo Soricelli, creatore dell’Osservatorio di Bologna sui morti sul lavoro? Se ne parlerà domani a Pergine Valsugana (Trento) in un convegno organizzato dal centro studi Vox Populi e dal think tank Il Nodo di Gordio. Un’occasione per ricordare l’impegno delle due associazioni che, in passato, avevano promosso un Festival sulla sicurezza del lavoro.
Una iniziativa a 360 gradi, con convegni di alto livello e con ospiti prestigiosi, con teatro, musica, mostre fotografiche. Non solo in Trentino ma con manifestazioni replicate in varie parti d’Italia.
Ed ora è arrivato il momento di riprendere il discorso, anche perché gli incidenti sul lavoro sono ripresi non appena sono finite le restrizioni per il Covid. Il profitto conta più della prevenzione. Ed i milioni di lavoratori non assicurati all’Inail o, semplicemente, in nero, non finiscono neppure nelle statistiche degli incidenti.
Ogni tanto, quando a morire sono i ragazzi impegnati nell’alternanza scuola/lavoro, i media si degnano di concedere un minimo di spazio. Per poi tornare alla solita indifferenza. La stessa che caratterizza il mondo dell’arte. Basti pensare a quanti anni sono trascorsi dall’ultima canzone di successo dedicata alle vittime sul lavoro. Tema scomodo, imbarazzante. Meglio non occuparsene.
Ma poi qualcuno in Trentino riapre il discorso..