Sempre più digitale, sempre più Rete
Tendenza che il settore della videosorveglianza delinea nitidamente, nei limiti e nelle necessità del momento, nelle potenzialità sulle quali investire.
Un approfondimento esclusivo che ci riserviamo di affrontare con Johan Paulsson, Chief Technology Officer di Axis Communications.
Abbiamo provato a fissare alcuni punti, comprenderne lo stato dell’arte e analizzarne impatti e lacune
1. Edge computing
“Cloud computing e Internet delle Cose sono due tendenze diventate familiari negli ultimi anni, che hanno offerto vantaggi innegabili a imprese e consumatori. Fra le principali implicazioni vi è l’aumento della quantità di dati trasferita dai dispositivi connessi ai datacenter per l’elaborazione e l’archiviazione per la quale ne consegue una maggiore larghezza di banda necessaria”.
L’edge computing – come suggerisce il termine anglofono “edge” – alleggerisce il problema elaborando i dati all’estremità della Rete, cioè vicino alla fonte dei dati. Riduce significativamente la larghezza di banda necessaria tra i sensori o dispositivi e il datacenter e mitiga i problemi di integrità e privacy rendendo anonimi i dati prima che questi vengano trasferiti ai datacenter.
“Mentre le telecamere di rete, le apparecchiature audio e gli altri sensori – dispositivi ai margini della rete – diventano sempre più sofisticati e di qualità superiore, bilanciare il cloud computing e l’edge computing sarà imperativo per fornire dati rifiniti, affidabili e utilizzabili”.
2. Cloud-to-cloud
Nonostante la progressiva transizione all’edge computing appena descritta, il cloud computing manterrà un ruolo importante nelle infrastrutture IT.
“Le “nuvole” in tutto il mondo sono più d’una e poiché sempre più aziende offrono servizi basati su cloud, questo ecosistema diventa sempre più un punto di integrazione preferito rispetto ai tradizionali sistemi on-site. Un vantaggio dell’integrazione tra cloud è la potenziale e importante riduzione dei servizi IT in-house necessari”.
È facile intendere come qualsiasi impresa che fornisca servizi basati su cloud debba esplorare le opportunità di integrazione con i servizi correlati per dare un valore aggiunto a clienti e partner.
3. Deep e machine learning
Abbiamo enormi set di dati da analizzare, la potenza di calcolo per farlo in tempi ragionevoli e algoritmi sofisticati.
“Sfruttando alcune delle più straordinarie applicazioni del deep learning per l’interpretazione delle immagini, il riconoscimento vocale e il supporto decisionale, le potenzialità delle analisi nel settore della sicurezza sono evidenti”.
“Le applicazioni che si avvalgono del deep learning – prosegue Johan Paulsson – miglioreranno il rilevamento del movimento nel video, il riconoscimento facciale, il tracking individuale e la soppressione dei falsi allarmi. Agevoleranno la progettazione dei sistemi, la configurazione, l’ottimizzazione e la gestione dei dispositivi”.
Lo sviluppo di queste applicazioni suggerisce importanti opportunità per le analisi predittive e la prevenzione dagli incidenti, siano essi attacchi terroristici alle cadute, problemi di traffico o taccheggi.
4. Personalizzazione VS privacy
Se nella vendita al dettaglio immaginiamo il volto di un cliente riconosciuto appena entra in negozio, offerte visualizzate sul suo dispositivo mobile in base ai precedenti acquisti, alle sue preferenze o alla cronologia di navigazione recente, viene facile pensare a possibili problemi di privacy e di utilizzo dei dati personali da parte di imprese e altre organizzazioni. L’erogazione di servizi altamente personalizzati è tuttavia naturale evoluzione.
“Per risolvere queste criticità si stanno studiando apposite leggi. Nell’Unione europea, l’imminente Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR, General Data Protection Regulation), al quale occorrerà allinearsi entro maggio 2018, unificherà la tutela dei dati personali in tutte le aree di competenza, ovunque siano detenuti o utilizzati”.
5. Cyber security
I cyber criminali sono ben attrezzati e proveranno sempre a sfruttare le vulnerabilità di tutte le nuove tecnologie.
“Con l’aumento esponenziale dei dispositivi connessi, aumentano anche le potenziali falle di sicurezza che, se non risolte, possono offrire la possibilità di violare le reti, diffondere ransomware o, più semplicemente, provocare costose interruzioni dei sistemi. Senza dubbio, nel 2018 vedremo più attacchi e vulnerabilità esposte. Le risposte sono la proattività e un processo sistematico, per far sì che le patch vengano implementate appena disponibili”
6. Piattaforme per comprendere tutti i vantaggi dell’IoT
Si è raggiunto un punto in cui l’Internet of Things ha il compito di gestire con efficienza la rete di dispositivi connessi. Apparecchiature di produttori diversi debbono coesistere e scambiare facilmente le informazioni: formare sistemi intelligenti che utilizzino l’infrastruttura di rete esistente.
“In futuro saranno importanti i nuovi standard internazionali o “de facto”, per garantire l’interoperabilità tra le varie piattaforme IoT e supportare sistemi che siano davvero indipendenti dai produttori”.
7. Blockchain: più del Bitcoin
Blockchain è quella tecnologia in grado di creare e gestire un grande database distribuito per regolare transazioni condivisibili tra più nodi di una rete: più blocchi, contenenti a loro volta più transazioni, tra loro collegati in modo che ognuna, avviata sulla rete, debba essere validata da quest’ultima analizzando ciascun blocco.
Chiariamo innanzitutto una differenza in termini sostanziali: se il Bitcoin utilizza il blockchain come base, le potenzialità del blockchain di verificare tutto ciò che abbia un valore sono pressoché illimitate.
L’evoluzione è senza alcun dubbio il “Ledger” distribuito – termine che, italiannizzato, potrebbe tradursi in libro mastro – più semplicemente: un nuovo concetto di fiducia tra tutti i soggetti dove il processo decisionale passa attraverso la costruzione del consenso, in grado di registrare le transazioni tra due parti in modo efficiente, verificabile e permanente.
“Nel prossimo anno il blockchain verrà testato in più applicazioni e settori: nella videosorveglianza potrebbe essere utilizzato per verificare i contenuti video provenienti da più fonti (es. telefoni mobili pubblici, telecamere degli agenti di polizia) e utilizzarli per indagini forensi. Oltre che con i dati video, il blockchain può essere utilizzato per verificare l’autenticità dei dispositivi connessi alla rete di telecamere”.
8. Smart city: abbattere i compartimenti stagni
Nel 2050 le città risulteranno popolate del 25% in più rispetto a oggi: la popolazione mondiale è sempre più concentrata in queste e l’uso dei sensori per creare ambienti più vivibili, sostenibili e sicuri non potrà che aumentare.
Smart city significa innanzitutto progettare uno sviluppo urbano che, per gestire le proprie risorse – sistemi informatici di uffici pubblici, scuole, biblioteche, trasporti, ospedali, centrali di energia, acquedotti, centri di trattamento rifiuti, forze dell’ordine e servizi di emergenza – integri informazioni, dati, comunicazioni e tecnologie Internet of Things (IoT) in totale sicurezza.
“Una città può essere veramente smart solo se tutti i dati sono aperti e utilizzabili in ogni servizio. Affrontare problemi come la sicurezza dei cittadini, gli ingorghi e l’invecchiamento delle infrastrutture, ma anche reagire agli eventi come i disastri naturali o gli attentati, richiede l’analisi coordinata dei dati disponibili per offrire una risposta adeguata ed efficace”.
9. Sensori non ottici per entrare in nuove dimensioni
Se fino a non molto tempo fa, i dati principalmente disponibili agli operatori di sorveglianza erano i video, con una prospettiva a due dimensioni, l’uso di nuovi sensori non ottici consente una prospettiva multidimensionale: una valutazione più rapida e accurata delle situazioni e la minimizzazione dei falsi allarmi.
Fra i sensori non ottici:
“La tecnologia radar utilizza le onde elettromagnetiche per rilevare i movimenti: non è sensibile ai fattori che normalmente fanno scattare falsi allarmi (ombre in movimento o raggi di luce, animali di piccola taglia, gocce di pioggia, vento) e può fornire dettagli sulla posizione esatta di qualsiasi oggetto e sulla direzione di spostamento. Più consolidate tecnologicamente le immagini termiche: la maggior precisione del rilevamento audio (finestre che sbattono, voci alte o aggressive, ecc.) offrirà un altro input utile, la cui mancanza può farsi sentire in una soluzione basata esclusivamente sul video”.
10. Assistenti virtuali e realtà aumentata per le imprese
Alexa (Amazon), Google Home, Siri (Apple) e Cortana (Microsoft) sono solo alcuni degli assistenti virtuali che negli ultimi anni hanno acquisito slancio, affermandosi come tecnologie che aiutano le persone nella vita quotidiana.
A consolidare la tendenza, i prossimi arrivi come Facebook M.
È pensabile che queste tecnologie inizino a farsi strada nel mondo del business poiché i lavoratori si aspetteranno analogo aiuto tecnologico, in modo particolare i fornitori di prodotti e servizi sofisticati richiedenti installazione, configurazione e gestione.
Allo stesso modo, la realtà aumentata:
“ È una tecnologia che finora è esistita per lo più in nicchie specifiche, come l’esercito e l’aviazione, ma che ancora una volta dimostra enormi potenzialità nel mondo del business: soprattutto adesso che è disponibile sui dispositivi mobili e su un numero sempre maggiore di dispositivi indossabili. Tra le possibilità più logiche di utilizzo nelle imprese vi sono l’installazione e la manutenzione di soluzioni tecnologiche, sovrapponendo le istruzioni visive a quanto visto effettivamente dai tecnici per aiutarli nel lavoro. Nella videosorveglianza – continua Johan Paulsson – con il crescente uso di sensori non ottici e analisi per aumentare la precisione e le prospettive nelle informazioni visive, gli utenti della videosorveglianza sfrutteranno la realtà aumentata per raggruppare queste fonti di dati in una singola vista, per una risposta più celere e adeguata”.
Chi meglio di una telecamera avrebbe potuto offrirci uno sguardo così dettagliato sul futuro?