Le dichiarazioni degli atlantisti italiani – praticamente l’intero parlamento senza distinzioni tra maggioranza ed oppofinzione – sono indubbiamente di altissimo livello. E sono quelle che obbligheranno l’orco Putin a fare marcia indietro ed a chiedere scusa. Perché, lo ha detto Sua Divinità Mario Draghi a nome di tutti, la soluzione dei problemi deve essere affidata al dialogo ed alle trattative. Una dichiarazione che ha spiazzato Giggino, convinto che le trattative servissero per risolvere il dilemma se la pizza debba essere sottile o soffice.
Dunque, grazie alla politica estera italiana, Putin dovrà tornare a trattare. E sino a qui, tutto bene. Lo ha detto anche il leader russo. Ma è sul concetto di “trattativa” che nascono alcuni equivoci. Piccoli, certo, però ci sono.
I russi, nella loro ingenuità o forse infantilismo, sono convinti che la trattativa consista nel confrontare due posizioni e nel trovare una sintesi, un compromesso che non accontenti pienamente nessuno ma che non porti all’umiliazione di una delle due parti. Se no, tanto vale scatenare una guerra e vedere chi vince.
Sua Divinità e gli atlantisti italiani, invece, ritengono che una trattativa funzioni in modo diverso: la Russia avanza delle richieste, i burattinai del petomane di Washington rispondono di no e Mosca rinuncia alle sue pretese. Così tutti vivono felici e contenti. Nello specifico il Donbass deve rimanere sotto il controllo ucraino benché la maggioranza della popolazione sia russa. La Crimea deve tornare all’Ucraina anche se a maggioranza russa e con un referendum che ha sancito il controllo di Mosca. Kiev deve entrare a far parte della Nato e gli Usa possono piazzare i missili a ridosso del confine russo perché le zone di influenza non esistono più. La Russia non può collocare i missili a Cuba o in Venezuela e Nicaragua poiché l’America Latina è il giardino di casa degli Usa, e le zone di influenza devono essere rispettate.
Semplice, no? Così si assicura la pace. Che poi, mutatis mutandis (per Giggino: non è un riferimento alla biancheria intima), è la medesima posizione di Sua Divinità e dei suoi scherani rispetto alla questione sociale italiana. L’ascensore sociale è bloccato in salita e si può solo scendere. Chi è sotto deve rimanere sotto. Vale per i Paesi emergenti che non devono emergere, vale per chi ha perso l’impero e non deve riaverlo, vale per i sudditi che non devono protestare se sono sottopagati e non devono neppure fuggire all’estero in cerca di salari migliori.
Gli oligarchi, quelli italiani, non devono essere disturbati e devono potersi arricchire a scapito del resto della popolazione. Gli Stati non devono mettere in discussione la suddivisione del mondo così come è stata decisa 80 anni orsono da Washington e Londra. Dunque al tavolo delle trattative non si discute e si accettano gli ordini per la pace americana.
Forse aveva ragione Giggino a discutere dello spessore della pizza.