Libertà va cercando ch’è sì cara.. No, Virgilio non avrebbe potuto riferirsi all’Italia dell’epoca degli Incapaci. Quelli che in nome del terrore hanno cancellato ogni libertà. Quell’Italia delle truppe di Lamorgese che multano un disabile colpevole di aver cercato riparo dal freddo entrando in un bar per bere un caffè. O delle truppe che, ad Aosta, indagano per scoprire i pericolosissimi autori di un manifesto in difesa della tradizionale e millenaria Fiera di Sant’Orso trasformato in una triste rassegna online.

E se, nel caso del disabile, le truppe di Lamorgese si giustificano con il rispetto della legge – stupida, ingiusta, ma comunque una legge o forse solo un decretino – nel caso di Aosta si tratta di un evidente caso di caccia al dissidente. Le anime belle che si indignano per la repressione in Russia contro le Ong finanziate dagli Usa, tacciono sulla repressione attuata dalle truppe di Lamorgese contro il dissenso per una Fiera tradita (non dagli organizzatori, vittime del governo degli Incapaci).
Ma anche per la vicenda del terribile crimine commesso dal disabile e dal barista che lo ha accolto, ci sarebbe molto da ridire. Dura lex sed lex. Bene (o male), ma le truppe di Lamorgese ignorano che la legge considera reato anche organizzare lo spaccio di droga? E che non ammette la diffusione di organizzazioni mafiose neppure se di stampo nigeriano? Non viene in mente ai fedeli esecutori degli ordini degli Incapaci che le truffe online sono percepite come molto più fastidiose rispetto ad un caffè consumato al caldo?

E tanto per chiarire qualcosa alle truppe di Lamorgese, il loro stipendio viene pagato dalle persone che bevono un caffè o che creano un manifesto, non dalle mafie locali ed internazionali, non dagli spacciatori o dai truffatori.