Per Ebraismo si intende una storia millenaria che prende le mosse dal patriarca Abramo, primo uomo a intuire l’esistenza di un solo Dio creatore del mondo. Si tratta della religione monoteistica più antica. Da questa è derivato il cristianesimo e altre religioni tra cui quella ortodossa e quella islamica. In origine il popolo credeva in un Dio nazionale chiamato Yahweh. Ripercorriamo brevemente la storia dell’Ebraismo a partire dalle sue origini.
Il nucleo dell’Ebraismo
La Torah
Il corpo legislativo completo della religione è la Torah, la quale si ha solo con Mosè e verrà ereditata successivamente dal popolo. Mosè, sul Monte Sinai, riceve direttamente da Dio le Tavole della Legge con i Dieci Comandamenti. Più precisamente, le riceve nella terra di nessuno e quindi di tutti, perché fosse chiaro che il Decalogo appartiene all’umanità.
La sinagoga
La sinagoga è il centro spirituale e il luogo privilegiato della preghiera. Si tratta del primo luogo di culto in cui i fedeli hanno la possibilità di assistere alle funzioni, principio successivamente ripreso dalle chiese cristiane e dalle moschee musulmane. Con l’arrivo delle sinagoghe, la religione ebraica non è incentrata sul culto del sacrificio bensì su studio, insegnamento e meditazione della Legge.
Tra gli elementi essenziali che la compongono possiamo trovare l’ “armadio sacro”, arredo sempre presente all’interno della struttura. Esso contiene i rotoli della legge sui quali la Torah viene trascritta. Ogni sabato questi vengono srotolati e letti durante le funzioni, per poi essere riposti. Il sabato, in ebraico Shabbat, è la festività principale. Questo giorno è interamente dedicato a Dio, dunque prevede il riposo assoluto, e quindi la sospensione di ogni lavoro e attività. Nell’ebraismo ortodosso solo un uomo può aprire l’armadio. Il contenuto dei rotoli, data la sua sacralità, viene scritto a mano dai rabbini i quali ne verificano l’assenza di errori. In caso di errore di trascrizione il rotolo diventerebbe inutilizzabile. L’armadio contiene inoltre una lampada sempre accesa, il ner tamìd, che simboleggia la luce eterna della Torah. Per tradizione l’arredo andrebbe sistemato ad Oriente, o comunque in direzione di Gerusalemme. Secondo lo studioso Nicolò Buciaria l’Aron più antico d’Europa è situato all’interno della chiesa del SS. Salvatore di Agira, in Sicilia.
Un altro elemento fisso nelle sinagoghe è il bimah. Il nome deriva dall’arabo, al-minbar, che significa “podio”. La sua peculiarità è quella di mostrare il lettore quale persona più importante in quel momento e far sì che si riesca facilmente a sentire la lettura della Torah. Nell’ebraismo ortodosso il bimah è posto al centro della sinagoga, a volte separato e a volte unito all’armadio.
Bisogna tenere presente che il centro principale della vita religiosa ebraica è la nostra casa, considerata un “piccolo tempio”. E molte importanti celebrazioni religiose, come ad esempio la cena di Pesach, si svolgono intorno alla tavola dove la famiglia si riunisce per il pasto. Per Pesach si intende la Pasqua ebraica, festività in cui si ricorda la liberazione degli ebrei dalla schiavitù in Egitto.
I padri dell’Ebraismo
Mosè
Secondo la tradizione, la religione ebraica ha inizio con Mosè. Alla nascita di quest’ultimo gli ebrei si trovano in Egitto. Il faraone ordina di uccidere tutti i bambini maschi ma la madre di Mosè riesce a far sopravvivere il figlio facendolo trasportare dalla corrente del Nilo fino a quando non viene salvato dalla figlia del faraone stesso che lo alleva.
All’età di quarant’anni Mosè decide di fuggire per vedere come stesse il suo popolo. S’imbatte in un egiziano nell’atto di picchiare uno schiavo israelita. Poiché Mosè non ha nessuno intorno che assiste alla scena, ne approfitta per colpire l’egiziano uccidendolo. Il giorno dopo Mosè esce di nuovo credendo di potere aiutare il popolo a liberarsi dalla schiavitù. Però comprende che la gente è venuta a sapere dell’omicidio. Il faraone manda uomini a ucciderlo costringendolo a fuggire dall’Egitto.
Emigra nel territorio di Madian dove sposa Zippora. Lì Mosè conduce una vita da pastore badando alle pecore del suocero Ietro. Un giorno, mentre bada alle pecore di Ietro, accade un fatto straordinario che cambia la sua vita. Infine torna in Egitto a ritrovare i parenti.
Abramo
Abramo, secondo la Bibbia, è il primo patriarca del popolo ebreo e di quello arabo. Il Libro della Genesi e il Corano narrano la sua storia. Secondo l’esegesi storico-critica non è possibile attestare la sua storicità. Si tratta dell’eroe della fede e dell’assoluta obbedienza a Dio.
Nella Genesi Dio stringe un patto con lui, ordinandogli di abbandonare la sua terra e dirigersi in quella indicata promettendogli un figlio di nome Isacco dalla moglie Sara e un territorio per la sua grande discendenza. E così avviene intorno a lui la circoncisione di tutti i maschi della casa. Successivamente Dio vuole che Abramo sacrifichi il figlio. Quest’ultimo, dopo avere obbedito, viene fermato da un angelo.
Abramo, all’età di settantacinque anni non è ancora riuscito ad avere figli a causa della sterilità di Sara. Obbedendo a Dio, raduna tutti i suoi beni per partire con sua moglie e il nipote Lot da Harran a Canaan. Quando arriva nella terra di Canaan nei pressi di Sichem, dopo la promessa circa la discendenza, costruisce un altare. Poi erige una tenda e costruisce un altro altare. Infine, si dirige verso il deserto del Neghev. I viandanti assicurano che Sara avrebbe avuto un figlio ma lei, essendo troppo anziana per partorire, si mette a ridere. Subito dopo i viandanti le rispondono che a Dio niente è impossibile.
Inoltre essi rivelano ad Abramo la volontà di Dio di distruggere Sodoma e Gomorra. Abramo intercede allora per i giusti che sarebbero morti insieme agli empi e ottiene da Dio la promessa che se in tutta Sodoma e Gomorra avesse trovato solo dieci giusti, avrebbe evitato la distruzione della città a motivo di quei dieci.
I testi sacri e i principi fondamentali dell’Ebraismo
Il Pentateuco
Il testo più importante è il Pentateuco, incluso nella prima parte dell’Antico Testamento della Bibbia composto dai cinque libri della Genesi, Esodo, Levitico, Numeri e Deuteronomio. Secondo la tradizione sono attribuiti a Mosè. Il Pentateuco appartiene alla raccolta Tanakh che, nella tradizione ebraica, costituisce la Torah scritta.
Il Talmud e le regole di vita
Esiste poi la Torah orale, ossia il Talmud. Esso presenta tutte le regole che un ebreo deve seguire nella sua vita. Si divide in Mishnah e Ghemara e consiste in una raccolta di discussioni avvenute tra i sapienti e i maestri all’interno e all’esterno del Sinedrio. Il Talmud Yerushalmi, concluso da Yochanan Ben Zakkai nel III secolo, comprende le discussioni tenute in Terra d’Israele.
Il Talmud Bavli è più ampio e fu concluso da Rav Ashi ed i suoi allievi nel V secolo. Questo comprende le discussioni dei maestri delle accademie di Babilonia. Essi formano la base della tradizione orale ebraica, a partire dalla quale codificano il canone definitivo, lo Shulchan Arukh.
Il valore di riferimento principale è la giustizia, legge fondamentale su cui si basano i rapporti fra gli uomini e con il mondo. Con questo si intende considerare benevolmente i propri simili, senza astio, andare incontro ai bisogni altrui, sentendosene responsabili. Inoltre è importante il rispetto dei diritti degli altri anche aiutando le vittime dell’ingiustizia, anche se straniere.
Fondamentale è anche l’osservanza di norme alimentari (kasherùt). Questa impone il divieto di consumare carne di maiale e frutti di mare. Inoltre prevede le modalità di macellazione. La carne deve essere totalmente priva di sangue affinché possa essere mangiata.
La distruzione del tempio di Gerusalemme e la tradizione sefardita
Dopo la distruzione del Tempio di Gerusalemme da parte dell’imperatore Tito (70 d.C.) sono pochi gli ebrei che si trattengono in Palestina. Sebbene fossero sovente vittime di persecuzioni sono sempre riusciti a interagire con la cultura del luogo in cui vivono.
Qui hanno dato luogo a tradizioni molto diverse. Una di queste è la sefardita, propria degli ebrei cacciati dalla Spagna nel 1492. Essi si distribuiscono nei paesi musulmani e in quelli del Mediterraneo, ovvero Marocco, Tunisia e Turchia.
La tradizione ashkenazita e l’Olocausto
L’altra è quella ashkenazita propria degli ebrei che hanno rinnovato la cultura europea. La maggior parte della conoscenza popolare della tradizione ashkenazita è stata interrotta durante la Seconda Guerra Mondiale dall’Olocausto (Shoàh), in cui milioni di ebrei sono stati sterminati e privati dei loro diritti da parte del regime nazista. E la memoria di quest’evento diventerà un dovere per ogni ebreo.