Quando non esisteva ancora la raccolta differenziata dei rifiuti, la tariffa pagata dalle famiglie italiane era bassa. E chi leggeva molto aveva la possibilità di consegnare i giornali vecchi alle cartiere che pagavano, poco ma pagavano. Un piccolo introito per aiutare il bilancio famigliare.
Poi è arrivata la coscienza ambientalista ed i Comuni hanno spiegato che la raccolta differenziata avrebbe permesso di ridurre le tariffe pagate dalle famiglie poiché il materiale recuperato avrebbe permesso all’amministrazione comunale di incassare non poco. Puntualmente le tariffe sono aumentate e certo non hanno contribuito alla popolarità della differenziata. Come non contribuiscono le regole diverse per ogni Comune. In alcuni plastica ed alluminio vanno insieme, in altri l’alluminio va messo insieme al vetro. Tanto per complicare la vita.
Anche la costruzione di termovalorizzatori non ha portato riduzioni delle tariffe. Ed ora si riparte con l’economia circolare. Ci spiegano che sino al 90% di un frigorifero può essere riciclato e venduto come materiale per altre lavorazioni. Benissimo, dunque ci si può attendere che chi consegna un frigorifero da riciclare possa venir pagato decentemente? Macché. Anzi, è probabile che debba essere lui a pagare qualcosa ed a sobbarcarsi la fatica ed il costo della consegna. Però, bontà loro, i piccoli elettrodomestici possono essere consegnati gratis.
In ogni caso, dunque, il cittadino paga e qualcun altro ci guadagna. Eppure sarebbe sufficiente un incentivo anche modesto per far davvero decollare raccolta differenziata ed economia circolare. Ma le amministrazioni comunali non sono interessate all’ambiente, solo a far cassa. In qualsiasi modo. Che si tratti di collocare parcheggi a pagamento o di aumentare le tariffe del trasporto urbano, di piazzare autovelox nei posti più assurdi o di organizzare imboscate contro i sudditi. Amministratori perfetti eredi dello sceriffo di Sherwood e dei suoi sgherri. Peccato che manchi Robin Hood.