Brutte notizie per gli atlantisti della Penisola. L’economia degli Stati Uniti cresce meno del previsto. Cresce meno di quella cinese. La fiducia dei consumatori cala. Non proprio le indicazioni che si aspettavano i servi sciocchi della politica italiana e, tantomeno, gli esportatori che vedevano il mercato nordamericano come unico sbocco per la produzione italiana.
Ovviamente gli analisti italiani politicamente corretti danno la colpa al Covid ed al numero ridotto di vaccinati. Guai a scaricare delle responsabilità su rimbamBiden o sulla sua squadra. È bravo, il presidente, è bravissima la sua vice, sono fantastici i collaboratori. Sono i cittadini che sono cattivi perché fanno di tutto per mettere in difficoltà il povero vecchio Biden.
Così cattivi, i cittadini, che il generoso Biden ha deciso di tagliare i sussidi decisi da Trump per aiutare chi era in difficoltà a causa della pandemia. Sono stati spesi 830 miliardi di dollari, ma la pacchia è finita. Per alcuni è completamente finita, per altri il sussidio verrà ridotto sensibilmente. Perché gli aiuti – come direbbe Lollobrigida (Fdi) in Italia – non spingono i beneficiari a cercare un lavoro. Peccato che, anche negli Usa, il lavoro non ci sia. Gli esperti (tutti uguali in ogni parte del mondo) avevano previsto più di 700 mila nuovi posti, ne sono stati creati meno di un terzo.
Tanto è vero che la Federal Reserve si è vista costretta a rinviare il tapering, ossia la riduzione degli acquisti mensili attraverso cui aveva sostenuto l’economia durante la crisi.
Ovviamente se l’economia statunitense frena, le imprese italiane dovrebbero cercare nuovi mercati. Ma il governo degli atlantisti non ha tolto le sanzioni alla Russia, blocca il commercio con l’Iran, peggiora i rapporti con la Cina, litiga con il leader turco. E gli imprenditori ancor più atlantisti non osano alzare la voce per pretendere una politica estera meno idiota.