A volte anche piccoli segnali non devono essere sottovalutati. Così l’irritazione manifestata dall’Anfia (l’asscociazione degli imprenditori del settore auto, camion ed autobus) per la nota diffusa dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica dovrebbe far riflettere. Il governo, innanzitutto, perché uno conto è fregarsene delle proteste di Landini e della Cgil, altro conto è ignorare le proteste di un intero comparto industriale. In attesa che anche i piccoli proprietari di immobili si sveglino e scoprano l’ennesima porcata prevista dagli oligarchi.
Andando per ordine, l’Anfia ha protestato per l’effetto annuncio provocato dalla decisione di mettere al bando tutti i motori a combustione interna entro il 2035. Ce lo chiede Greta, e solo l’Italia perderà 67mila posti di lavoro nel periodo 2025/30. Ma poco importa alla leader dei gretini: lei non ha mai lavorato ed i suoi fedeli neppure. Se invece di perdere un giorno di scuola per inutili manifestazioni provassero a studiare, magari si renderebbero conto che la produzione di vetture elettriche è diversa da quella per le auto attuali. E non si convertono lavoratori ultra cinquantenni. Ma non si arriva neppure allo scambio tra un lavoratore anziano in uscita, e senza prospettive di ricollocazione, ed uno giovane in entrata. Perché ne serviranno molti di meno.
Quanto alle abitazioni, il nuovo verbo ambientalista ideato da Soros e veicolato dai gretini prevede che le case non riadattate in senso ecologico non si possano né vendere né affittare. E gli oligarchi mondialisti hanno già calcolato che un terzo delle abitazioni italiane non può essere riconvertito. Dunque l’alternativa è tra una profondissima svalutazione del patrimonio immobiliare italiano ed un abbattimento dei centri storici per costruire ecomostri che portino all’annientamento della cultura architettonica italiana. Abbattere i borghi e affidare alle multinazionali la riedificazione di nuovi agglomerati privi di radici territoriali, anonimi, identici in ogni parte del mondo. La negazione della biodiversità, della specificità cultura di ogni popolo.
Oppure, bloccando un terzo del patrimonio immobiliare, gli speculatori potranno imporre i prezzi che vorranno sulla parte restante.
Ma i reggicoda del regime continuano a raccontare che va tutto bene, che il Pil cresce e l’inflazione aumenta ma poco poco. E si ritrovano con una caduta libera dei lettori dei quotidiani, compresa la parte online.