Le leggende piemontesi e i racconti folkloristici si legano saldamente al territorio piemontese e a quelle creature che l’avrebbero abitato. Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, queste storie, tramandate di generazione in generazione, non riguardano solo quegli ambienti incontaminati del Piemonte in cui regna la natura. Alcune leggende – metropolitane, per l’appunto – hanno avuto luogo proprio in città!
Leggende e piemontesi – e dove trovarle
Il Toro Rosso di Torino
Il simbolo della città di Torino è un toro rosso: vi siete mai domandati il perché? La leggenda in questione racconta di un toro ebbro di vino, che salvò la città.
La storia vuole che, attorno alla città di Torino, dimorasse uno spietato drago che terrorizzava di continuo gli abitanti. Questi, decisi a porre fine alla situazione, dopo svariati e fallimentari tentativi decisero di opporre una bestia altrettanto feroce al drago. La scelta degli abitanti ricadde così su un robusto toro dal pelo rosso. Con l’obiettivo di aumentare la sua possanza decisero di fargli bere una mistura di vino rosso ed acqua.
Inutile dire che l’animale riuscì nell’impresa di ferire il drago, uccidendolo in pochi secondi. La popolazione decise così di osannare il toro, loro grande salvatore, inserendolo nello stemma della città.

Il tesoro nascosto di Cournud Bourud
Questa leggenda, lontana nel tempo, risale ad una vicenda avvenuta a metà del 1700 ed ha come protagonisti dei soldati dell’esercito piemontese. I soldati, decisi a sconfiggere una volta per tutte gli invasori francesi, dislocarono lungo il confine del Piemonte 7500 uomini. In questo modo, le “guardie” riuscirono a proteggere i confini italici scacciando le truppe dello schieramento opposto.
Cournud Bourud era un soldato francese che, sopravvissuto agli scontri, decise di vivere una vita da eremita sul monte Genevris e, proprio in una grotta su quel monte, decise di nascondere tutti i suoi averi. Si tratterebbe di un tesoro dal valore inestimabile.
Leggenda della Sacra di San Michele
La Sacra di San Michele si trova sulla cima del Monte Pirchiriano, in una posizione mozzafiato. Il luogo è attorniato da un’atmosfera quasi magica, dovuta probabilmente alla location spettacolare. All’interno dell’abbazia si trova un affresco che descrive gli eventi che hanno portato alla costruzione del complesso architettonico.
San Giovanni e San Vincenzo, inizialmente, volevano costruire l’abbazia sul monte Caprasio. Gli Angeli, però, decisero di trasportare il legname sul monte vicino: il motivo di questa scelta sarebbe riscontrabile nell’allineamento con altre due basiliche.
La Sacra di San Michele sul Monte Pirchiriano, l’abbazia di Mont Saint Michel in Normandia e quella di Monte Sant’Angelo in Puglia formano una “linea immaginaria” che unisce questi luoghi sacri.

Per saperne di più, vi suggeriamo di consultare questa pagina e se volete addentrarvi nel centro cittadino, leggete questo articolo della nostra redazione su “La Leggenda della Statua di Piazza Statuto”.