La grande politica estera italiana nel Mediterraneo ha conseguito un nuovo brillante risultato. L’Egitto ha chiesto ufficialmente di essere ammesso al gruppo dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica). È la conclusione dell’iter iniziato con la domanda di adesione alla Nuova Banca di Sviluppo, espressione finanziaria sempre dei Brics. Una operazione che – spiegano al Cairo – solleverà l’Egitto dal “trovare dollari Usa per soddisfare le importazioni del Paese poiché i membri della banca hanno legalmente il diritto di condurre transazioni utilizzando le loro valute nazionali”.
Inoltre l’Egitto ha anticipato che la banca sosterrà il Paese per nuovi grandi progetti.
E tutto questo come se il “piano Mattei” di lady Garbatella non esistesse. Come se la politica mediterranea dell’Italia fossero solo chiacchiere in libertà a cui credono i chierici della disinformazione nazionale. Come se il ruolo di portavoce degli interessi statunitensi non fosse sufficiente per convincere gli egiziani a spostarsi nel campo italiano. Come se i soldi messi a disposizione dall’Italia fossero molti meno di quelli che può offrire la banca dei Brics.
Eppure, per anni, l’Egitto si era spostato nell’area atlantista, dopo il periodo nasseriano. Tanto da inviare 45mila soldati nella prima guerra contro l’Iraq. Poi, come sempre, le promesse atlantiste si sono trasformate in sfruttamento e colonialismo. E l’Egitto si è stancato di farsi prendere in giro.
Così come Iran ed Arabia Saudita i cui vertici si sono incontrati a Teheran con il ministro degli esteri saudita che ha invitato a Riad il presidente iraniano. Ed entrambi i Paesi vorrebbero entrare a far parte dei Brics. Ma forse basterà una visita di Meloni e Tajani per convincerli che il “piano Mattei” è più ricco e generoso..