Altro che Donbass. Altro che controllo del Mar Nero. Il vero obiettivo della Russia è l’Italia. È sufficiente seguire i resoconti degli inviati dei media italiani in Ucraina per rendersene conto. I russi, in Ucraina, non riescono a fermare i treni perché, secondo l’informazione che ci viene propinata, l’eroico responsabile delle ferrovie cambia in continuazione i percorsi dei treni. Ed evidentemente sposta anche di notte i binari, dal momento che gli invasori non riescono ad individuarli. Probabilmente ogni notte sposta pure le stazioni.
Perché basterebbe un missile su un nodo ferroviario o su un binario in aperta campagna per bloccare tutto. Ma i russi non colpiscono.
In compenso, sempre secondo le precise ricostruzioni dei nostri media super partes, gli hacker russi hanno colpito senza alcuna difficoltà il sistema di biglietteria delle ferrovie italiane. Da cosa si è capito che gli hacker sono russi? Perché oltre a chiedere i consueti milioni di euro di riscatto per rimettere tutto a posto, hanno anche chiesto due bottiglie di vodka. Ed i nostri 007 infilati nelle redazioni hanno capito tutto!
Ovviamente nessuno ha pagato. Per non cedere al ricatto, ma anche perché tanto i disagi ricadono sulla clientela. Dunque chissenefrega, i sudditi italiani si arrangino. Ma il colpo da maestro della nostra intelligence è stato quello di nascondere il sabotaggio operato dalle forze speciali russe sulle scale mobili delle stazioni ferroviarie e delle stazioni collegate del metro. Domenica, a Milano e Torino, era un susseguirsi di scale immobili, di tapis roulant fermi. Nessuno può credere che si sia trattato di un caso, di malfunzionamenti in serie dovuti alla scarsa manutenzione od alla scarsa qualità dei lavori.
È chiaro a tutti che si tratta di un inaccettabile attacco dei corpi speciali di Putin. Forse ha utilizzato le truppe cecene, forse sono intervenuti i mercenari della Wagner. Ma gli italiani, indomiti, hanno seguito le coraggiose indicazioni di Mattarella e di Sua Divinità Mario Draghi. E con autentico sprezzo del pericolo hanno affrontato eroicamente le scale fisse. Donne, anziani, bambini in uno sforzo corale persino quando i gradini dovevano essere superati trasportando una pesante valigia.
E senza il conforto di un riconoscimento pubblico. Perché il nemico controlla ed i media italiani di regime non possono certo ammettere che un popolo di eroi, navigatori, trasmigratori, santi e poeti si faccia intimidire dal sabotaggio delle scale mobili. Spezzeremo le reni ai ceceni ed alla Wagner!