“Ha guardato le nostre donne”. Per qualche imbecille è una ragione sufficiente per uccidere. Altrove è sufficiente essere un fattorino in scooter o in bicicletta per essere massacrato di botte. E vuoi non assassinare il passante che ti ha urtato, inavvertitamente, sul marciapiede mentre eri in compagnia della tua ragazza o di qualche amico? D’altronde sei uno sfigato, un renitente alla vanga che campa con la pensione dei nonni o con il reddito di cittadinanza, è ovvio che devi dimostrare di essere qualcuno aggredendo chi temi sia migliore di te.
Sono i crimini dei falliti quelli che riempiono la cronaca nera di questi giorni. Sei una capra che non ha studiato, non per la necessità di guadagnare subito ma, semplicemente, perché hai un cervello piccolo piccolo. I tuoi genitori non ti rifilavano due sberle di fronte a voti disastrosi, ma andavano a minacciare i prof che osavano punirti perché non studiavi e non capivi. Ti sei ritrovato a lavorare, saltuariamente, in nero. Lavori senza prospettive, poco qualificati, senza bisogno di specializzazione e di professionalità. Ti senti frustrato. Ma non puoi farlo capire ad amici e morosa. Devi dimostrare, almeno a loro, che sei qualcuno. Ed allora aggredisci, picchi, uccidi.
Potresti sfogarti in palestra? Eh no, troppo impegnativo diventare atleti veri. Rinunce, fatiche, impegno non fanno per te. Ti alleni solo per imparare a picchiare, il resto non ti interessa. E ti accorgi che puoi fare ciò che vuoi: nessuno ti punisce. No, non è colpa di Lamorgese e delle sue truppe. Perché, qualche volta, carabinieri e poliziotti sono persino intervenuti per bloccarti, per denunciarti. Ma in galera non ci vai mai. Grazie ai magistrati o ai politici che hanno fatto leggi per non affaticare i magistrati? A te non interessa. A te basta sapere che puoi picchiare senza rischi.
Puoi picchiare il fattorino, magari insieme ai tuoi compari. Perché il bastardo lavora, guadagna, magari si è formato pure una famiglia che riesce a mantenere. Ovvio che ti ritrovi ad odiarlo. Per invidia. E vuoi non invidiare e non odiare il padre di famiglia che, con moglie e figli, si concede un gelato in una sera d’estate? Bisogna picchiare. E se muore è solo un effetto collaterale, come lo definiscono nei film americani. Tanto ti becchi omicidio preterintenzionale ed esci senza neppure esserti accorto di finire in galera.
E se, di fronte a tanto squallore, la tua ragazza ti lascia? Se preferisce un altro che può offrirle la prospettiva di una famiglia, di una vita serena con un lavoro regolare e le ferie in estate? La risposta è una sola: devi minacciarla e poi punirla. Tanto è facile. Lei non è un’esperta di farfalle che, alla prima minaccia, viene protetta dalle truppe di Lamorgese con scorta 24 ore su 24. A lei la scorta non la danno neppure se ti denuncia e se tu insisti a minacciarla ed a picchiarla. Se poi esageri e muore, mammà e papà si faranno intervistare per giurare che sei un bravo ragazzo e che la colpa è di quella maledetta professoressa che, alle medie, si ostinava a non darti 10 solo perché non riuscivi a scrivere 3 righe di tema senza fare 5 errori di ortografia.