Il noiosissimo Letta si gode il trionfo mentre i suoi avversari tentano di capire cosa fare da grandi. La scelta dell’immobilismo, sostenuta dai media di regime, garantirà il consolidamento del Pd mentre il resto della politica è scosso da liti furibonde. I pentapoltronati sono alle prese con lo scontro tra Giggino e Conte e quest’ultimo potrebbe beneficiare del sostegno di un recuperato Di Battista. Ma il loro problema è il crollo dei consensi a prescindere dalla disastrosa conduzione delle trattative per il presidente della repubblica.
E problemi li avrà anche il Bugiardissimo Renzi. Emarginato ed irrilevante nella scelta del presidente, deve individuare una soluzione per garantire la rielezione alle sue truppe che, in questo momento, non hanno la benché minima speranza di tornare in parlamento quando Mattarella concederà ai sudditi il diritto di voto.
Non è che le strade per i renziani siano molte. In pratica o si fondono con i berlusconiani o spariscono. E questo determina, di fatto, la fine della coalizione di centrodestra. Anche se le dichiarazioni di Meloni sono, come sempre, ambigue. La coalizione è morta – assicura – però non ci pensiamo neppure a mollare gli assessorati nelle Regioni e nei Comuni dove governiamo con Forza Italia. Più chiaro di così su quali siano gli argomenti che tengono uniti i partiti della Trimurti..
Anche in Lega, d’altronde, l’insoddisfazione è palese sia per come Salvini ha gestito le trattative che hanno portato al ripescaggio di Mattarella sia per la gestione dei rapporti con quelli che, sino a due giorni fa, erano gli alleati.
Sia Salvini sia Meloni annunciano di voler ricostruire la Trimurti su altre basi. Quali, non è dato sapere. Beffeggiati dalle formazioni inesistenti di Toti e Brugnaro, di Quagliariello e Lupi, i due schieramenti maggiori vorrebbero ricostruire qualcosa che ha solo le poltrone come collante. Mentre Tajani insiste sulle solite sciocchezze di un centrodestra europeista ed atlantista, alto e basso, bello e brutto. Una gara a tre su chi spara più banalità. Che, in fondo, sono le stesse. La Trimurti è totalmente atlantista, è integralmente legata alle poltrone, è sempre al servizio di Confindustria. Però, dice Meloni, la coalizione è morta perché Forza Italia ha dimostrato di non rispettare la parola data mentre Salvini ha palesato l’incapacità a guidare la coalizione, a trattare, ad avere delle strategie. E dopo il disastro del Papetee, questo nuovo fallimento non può essere dimenticato.
Dunque la sorella della Garbatella si candida ad essere lei la leader di ciò che resterà della Trimurti. E chiederà nuove poltrone a livello territoriale, perché il cambiamento sarà limitato ad una diversa spartizione. In attesa di scoprire dove si possono acquistare delle idee intelligenti.