A volte ritornano… anzi, spesso, troppo spesso.
Mario Draghi viene chiamato a tenere lezione al MIT. Istituto prestigioso… ma del cui, conclamato, prestigio sarebbe forse l’ora di cominciare a discutere. Se non proprio dubitare…
Comunque, fa funebri previsioni. Sull’inflazione, che sarà, dice, più dura del previsto. Nulla di strano. L’uomo è uso a questi vaticini jettatori. Ricordate il “se non ti ti vaccini ti ammali, se ti ammali muori”.
Sembra proprio che le cose stiano andando nella direzione opposta. Lo confermano dati ormai ufficiali. E se ci fosse un giudice a Roma… vabbè, lasciamo stare. Questo non è un articolo di utopia politica o fantascienza.
Per lo meno questa volta il buon (si fa per dire) Mario, sembra restare nel suo campo. È un banchiere, o un bancario, o un vile affarista. Come diceva Cossiga. Comunque l’inflazione è materia sua. A differenza dei vaccini. A meno che non li si consideri sotto il profilo dell’interesse economico di Big Pharma. Poi magari andrebbero spiegati i rapporti tra il Governo Draghi e l’internazionale farmaceutica… ma questo è un altro discorso.
Comunque Draghi ha parlato di inflazione. E fatto funeste previsioni. Tutto nella norma. Ci sono gatti neri che hanno il pelo dritto e fanno gesti apotropaici, se lui taglia loro la strada.
Poi, però, da bancario ha voluto rivestire i panni di statista. E si è messo a parlare dell’Ucraina. Dice che è necessario, anzi obbligatorio che vinca. Altrimenti… sarà la fine dell’Europa.
La fine dell’Europa? Di cui, secondo l’ineffabile Draghi, l’Ucraina, evidentemente, è parte integrante. Anzi, fondamentale.
E poi l’affermazione: Kiev deve vincere la guerra. Nessuna sfumatura, tipo una pace giusta ed altre fanfaluche che tutti, o quasi, gli altri utilizzano. A partire da Biden, sino ai suoi lacchè europei e italici. Che è, poi, eufemismo per dire che sanno tutti benissimo che, dal punto di vista militare, gli ucraini vincere non possono. E cominciano a cercare di indorare la pillola. Sperando di minimizzare il danno.
Ma lui, Draghi, no. Con la protervia che gli è connaturata grida Vittoria o Morte. Tanto la morte, la rovina, la stessa inflazione sono problemi degli altri. Non suoi e dei suoi pari.
Vabbè, si potrebbe dire, l’uomo è quello che è… Cosa ti aspettavi di diverso?
Niente, per carità… però ci sarebbe una cosa interessante da notare.
Draghi è l’esponente di una certa élite burocratica. Totalmente estranea alla politica, per non parlare della democrazia e dei popoli. Ed esprime, in modo esplicito ancorché rozzo, ciò che costoro vogliono. Al di là, in questo come in molti altri casi, del minimo senso della misura.
Un mondo globalizzato. Ovvero privo di governo. Dove sia la finanza speculativa a prendere tutte le decisioni.
E un’Europa che di questo annichilimento della politica, e delle identità, sia strumento e banco di prova.
Un mondo, anche, meno affollato. E, soprattutto, dove pochi, loro, avranno tutto. E gli altri, tutti… nulla.
Un tempo, non lontano, si mascheravano. Oggi hanno gettato la maschera.
Ma hanno anche perso non solo il senso della misura. Anche quello della realtà.