Innovare necesse est. Tutti d’accordo, al convegno organizzato a Saronno da Markinvenio, sulla necessità di proseguire sulla strada della ricerca, dell’innovazione, dell’impresa 4.0.
E l’europarlamentare Lara Comi ha assicurato che l’Unione ha previsto per i prossimi anni investimenti per oltre 100 miliardi di euro proprio per sostenere l’innovazione. Una cifra spaventosa e che, forse, spaventa molte Regioni italiane che infatti si perdono fette consistenti di finanziamenti europei.
D’altronde, ha sottolineato Comi, l’Italia è il Paese che pretende domande on line per il reddito di cittadinanza o fatturazione elettronica mentre molte aree montane hanno seri problemi per la connessione internet e non possono quindi collegarsi.
Però, come ha rimarcato Edoardo Mazzucchelli (avvocato dello studio Faccini Mazzucchelli e associati), l’innovazione garantisce nuova occupazione. Non in Italia, ovviamente, dove i predatori sono restii ad investire in innovazione, in ricerca e sviluppo. Così mentre Svizzera e Islanda investono in innovazione e creano occupazione, i piagnucolanti predatori italiani tagliano i salari, tagliano l’occupazione e portano l’Italia agli ultimi posti per crescita ed ai primi per disoccupazione.
Non si cresce con i tagli. Nelle aziende come nelle scuole, come ha ricordato Francesco Menna. E con la preparazione fornita dalle scuole italiane, unita ai salari da fame offerti dalle aziende, è evidente che i lavoratori più preparati continueranno a scegliere la strada della fuga verso altri Paesi.
Così Svizzera ed Islanda investono e creano mentre in Italia si festeggia se in Lombardia viene avviata una scuola che insegna a fare i falegnami di alto livello. Ma di quanti artigiani di qualità ha bisogno l’Itala? E tra i lavoratori sfruttati nelle fabbriche, quanti guadagneranno a sufficienza per acquistare i prodotti di qualità dei falegnami? Nessuno, ovviamente.
E pensiamo davvero di poter competere con la Cina, come ha sottolineato Menna, con giovani che non solo non conoscono le lingue straniere, ma hanno gravissime lacune pure con l’italiano quando si va al di là di un linguaggio basico con poche centinaia di parole? Difficile fare innovazione senza investimenti e con manodopera poco qualificata. Mentre quella qualificata emigra in quei Paesi dove la professionalità è retribuita in misura decorosa.