L’Europa a rischio blackout energetico. Le fonti rinnovabili per ora non sono sufficienti e il rischio che il vecchio continente si trovi a dover fronteggiare un blackout energetico è sempre meno remoto. Al problema della pandemia si aggiunge quello della crisi dei prezzi dell’energia in corso.
L’allarme è a fronte della dismissione del nucleare e delle fonti tradizionali non sufficientemente compensate dal rinnovabile. Il dato di fatto è che le energie verdi non riescono a ricoprire il fabbisogno europeo. Un fattore determinante di questa crisi è l’aumento della domanda di metano nel mondo, che ha fatto lievitare i prezzi. Una fonte energetica fossile ma meno inquinante rispetto a petrolio e carbone, un gas naturale che riveste un ruolo decisivo per molti Paesi che stanno cercando di affrontare la fase iniziale della transizione ecologica.
È molto richiesto dalla Cina, ma la domanda di gas naturale è aumentata, e anche molto, nei Paesi europei, pur a fronte di un’offerta limitata, visto che il principale fornitore di metano è la Russia. La domanda è principalmente aumentata per tre motivi. Innanzitutto la Francia ha dovuto chiudere due centrali nucleari e ha sostituito l’energia nucleare con il metano. La produzione di energia eolica non è stata sufficiente, e le carenze sono state tamponate dal ricorso al metano.
Inoltre la ripartenza dell’economia dopo due anni di pandemia ha fatto sì che per sostenere i ritmi di produzione l’industria avesse bisogno di grossi quantitativi di energia, ricavata appunto dal metano. Il rincaro dell’energia è stato così direttamente proporzionale al rincaro del gas. Gli effetti di tali rincari sono sotto gli occhi di tutti. Dai costi del carburante e in bolletta, nei costi di gas ed energia elettrica. Inoltre il caro energia, influisce sui prezzi delle materie prime e dei trasporti, aprendo così una nuova fase di inflazione. Vi è una decisa crescita dei prezzi che sta già interessando i prodotti della filiera alimentare. Secondo le stime Arera, nel primo trimestre del 2022, la bolletta dell’elettricità potrebbe lievitare anche del 56% e quella del gas del 42%.
Il periodo di transizione che l’Italia e l’Europa stanno attraversando, appare quindi, preoccupante. Ciò che è certo è che assistiamo a un progressivo aumento dei costi. Gli utenti già in questi mesi hanno iniziato ad avvertire il caro bollette. Secondo molto esperti, si tratta di una situazione che dovrebbe rientrare nei prossimi mesi, non appena la domanda di metano diminuirà. Tuttavia, viene ribadito che il costo dell’energia, in futuro, sarà più alto rispetto a come lo abbiamo conosciuto. Innanzitutto perché la domanda di metano è destinata a crescere, in secondo luogo perché le fonti rinnovabili, indispensabili per la svolta green, sono più care dei combustibili fossili.
Serve un piano nazionale perché solo diminuendo le importazioni e sostenendo l’incremento alle energie rinnovabili con i giusti investimenti si potrà evitare il rischio blackout ed evitare di aumentare i costi per i cittadini. E non solo, perché i rincari di energia rischiano di bloccare le imprese italiane. È urgente che i Paesi europei ricerchino nuovi fornitori di metano, in modo da evitare future carenze, che espongano ai prezzi di congiuntura.