È ormai giunto il momento di ristabilire l’equilibrio nella filiera alimentare. Vogliamo garantire che i piccoli agricoltori e dettaglianti operino in un contesto commerciale equo e sano e che non vengano tollerate pratiche abusive o sleali. Accogliamo con favore la proposta della Commissione e siamo pronti a collaborare in modo costruttivo con il Parlamento europeo affinché la direttiva venga adottata al più presto
Se vi eravate illusi che una presa di posizione così chiara fosse stata espressa dal ministro dell’Agricoltura italiano (sì, ce l’abbiamo ancora, benché preferisca fare altro) nel corso della riunione dei ministri europei, beh vi eravate sbagliati.
Le considerazioni, riportate da Veneto Agricoltura, sono del ministro bulgaro che ha introdotto la discussione in tema di pratiche commerciali sleali nella filiera alimentare.
La proposta della Commissione mira a vietare le pratiche commerciali sleali più dannose nella filiera alimentare al fine di assicurare un trattamento più equo per le piccole e medie imprese alimentari e agricole. La proposta prevede anche la possibilità, per le Autorità nazionali, di imporre sanzioni nei casi in cui vi sia prova di pratiche abusive.
I ministri europei – riporta Veneto Agricoltura – hanno inoltre discusso sulla questione delle perdite e degli sprechi alimentari, al fine di valutare i progressi compiuti nell’attuazione delle conclusioni del Consiglio adottate nel giugno 2016. Nell’Unione Europea ogni anno va perso o sprecato quasi un terzo di tutti gli alimenti.
Per limitare questo fenomeno, due anni fa il Consiglio aveva delineato una serie di iniziative tese a ridurre gli sprechi e le perdite di cibo.
Tra queste figurano gli inviti agli Stati e alla Commissione a migliorare il monitoraggio e la raccolta dati, al fine di comprendere meglio il problema; a concentrarsi sulla prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari e sul maggiore uso della biomassa nella legislazione futura dell’UE; a facilitare la donazione dei prodotti alimentari invenduti a organismi di beneficenza.
Due anni fondamentalmente sprecati, dal momento che i ministri hanno dovuto ammettere che i risultati non sono soddisfacenti e bisogna fare di più per ridurre gli sprechi e le perdite, poiché non è accettabile che un terzo di tutto il cibo prodotto vada perso o sprecato prima di raggiungere la tavola degli europei, specialmente in un mondo in cui le persone da nutrire sono sempre più numerose.