Il fallimento della gestione della pandemia come simbolo del fallimento dell’Unione europea. Anche se i sudditi di ogni Paese preferiscono limitarsi ad osservare i disastri provocati dai rispettivi governi, è il tracollo generale ad impressionare chi – come Gennaro Malgieri su Formiche – prova ad ampliare l’orizzonte dell’analisi. Magari partendo da un’inchiesta condotta dal settimanale tedesco Der Spiegel, certo non vicino ai populisti o alle destre varie ed avariate.

Der Spiegel accusa il lìder minimo italiano – sì, proprio Giuseppe Conte – di aver insabbiato la verità sui morti per Covid in Italia. Accusa estremamente pesante. Come è pesante, ma difficilmente confutabile, l’accusa di non saper affrontare il piano vaccini, le chiusure, le difficoltà economiche. Perché Der Spiegel, prima di criticare la situazione italiana, aveva già stroncato la Merkel e la sua incapacità dimostrata in questo ultimo anno di governo. Bocciata senza appello.
Mancano i vaccini, gli arresti domiciliari hanno distrutto l’economia tedesca ed hanno fatto esplodere la rabbia, la socialità è stata annientata. E la debolezza di Merkel ha incrinato l’Asse Carolingio tra Berlino e Parigi. Non che la Francia – sottolinea Malgieri – abbia offerto uno spettacolo migliore di Germania ed Italia. Ma è difficile consolarsi solo con i fallimenti altrui. Anche se l’immancabile Corriere di “braccino” Cairo spara a palle incatenate contro Berlino fingendo di ignorare i fallimenti di Speranza e degli esperti a gettone.

Ma se i tre principali Paesi europei si dimostrano incapaci di gestire l’emergenza – e l’Italia anche di gestire la normalità – quale futuro può esserci per il Vecchio Continente? Il servilismo nei confronti degli Usa sta tornando ad emergere, dilaga senza freni. I vaccini dei “liberatori” non arrivano ma un piccolo cialtrone della commissione europea insiste per impedire di utilizzare il russo Sputnik. Crepino pure gli europei, ma devono utilizzare solo vaccini angloamericani.
Non vale solo per i vaccini. L’Apparato di Bruxelles impedisce una politica estera autonoma dell’Europa, per la felicità del governo atlantista romano. Ma il ruolo di servi non è proprio il massimo. In qualsiasi caso. L’Europa e l’Italia non possono ridursi a fare le cameriere di Biden, accontentandosi delle briciole lanciate dal padrone americano.
La debolezza di Merkel, che a settembre uscirà di scena, è un grave problema. Perché non si vede ancora un successore all’altezza. Macron tenta in ogni modo di riservare un ruolo da protagonista alla Francia, trasformandola nel simbolo della politica estera europea, ma è penalizzato dagli errori sul fronte interno e dalle elezioni presidenziali che si avvicinano. L’Italia non ha un ruolo internazionale da più di 70 anni. La Spagna ha un leader patetico.

È il momento perfetto per chi vuol far saltare il banco e sogna, per l’Italia, un futuro come quello di Portorico.