È allarme siccità. Non ce ne eravamo accorti, dopo un anno di piogge continue, ma in Italia l’acqua è praticamente terminata. A Nord come a Sud. È sufficiente salire su un mezzo pubblico, non importa se tram o autobus, per rendersi conto che molti italiani sono alle prese con una totale mancanza di acqua.
Come lo si capisce? Dall’odore che indica, senza alcun dubbio, che l’ultima doccia risale all’ultimo temporale.
E manca l’acqua anche per abluzioni parziali.
Il puzzo domina, pervade, si espande. Sia chiaro, non si tratta di un odore forte da lavoro, di chi ha faticato tutto il giorno e torna a casa per lavarsi. No, il puzzo è quello del mattino, di chi è appena uscito da casa senza sentire la necessità di lavarsi. Una necessità non sentita da giorni, considerando la persistenza del cattivo odore che impregna lo stretto spazio vitale sui mezzi pubblici.
Uomini, donne, giovani, anziani, indigeni, allogeni. Il puzzo è democratico, globalista, buonista, tollerante.
Non è solo un problema di igiene, ma anche di rispetto nei confronti dell’umanità, dei concittadini, del prossimo. Ci si indigna, giustamente, con gli allogeni che scambiano i marciapiedi per latrine ma poi ci si comporta in modo analogo abbandonando sul marciapiede pacchetti di sigarette, fazzoletti ed escrementi di cane.
È la maleducazione che dilaga insieme al puzzo. La sporcizia, personale o pubblica, è solo la manifestazione di questa totale mancanza di rispetto, è l’arroganza del singolo che se ne frega della collettività.
Nei giorni scorsi, a Torino, è stata intervistata una coppia, piuttosto giovane, che da molto tempo è accampata nella piazza principale della città insieme a un cane. Dorme lì, stende i panni, mangia e tutto il resto. Si è scoperto, nell’intervista, che i due non sono stati abbandonati dalle istituzioni, è arrivata anche una offerta di sistemazione. Ma per accettare, hanno spiegato, deve essere una proposta che ci soddisfi pienamente, cane compreso.
Dunque è normale che restino accampati in pieno centro perché il loro diritto individuale non può essere scalfito dall’interesse generale.
Liberi tutti di puzzare, allora, e di impestare tram, metrò e autobus.