A Firenze un quartiere si mobilita per cacciare le grandi risorse che avevano aggredito un ragazzino disabile. A Torino le grandi risorse assaltano le auto della polizia. A Caivano prospera indisturbata quella che viene definita come la più grande piazza di spaccio d’Europa. Ma, in realtà, ogni città italiana ha vari quartieri lasciati nelle mani della criminalità, meglio se straniera ma anche indigena.
Ciò che sembra assurdo è che tutti gli abitanti conoscono perfettamente le aree nelle mani degli spacciatori, dei rapinatori, dei borseggiatori. Però non si fa assolutamente nulla per affrontare il problema.
Ora tutti, nella finta destra e nella finta sinistra, invocano l’invio di più poliziotti, carabinieri, magari anche esercito. Ma per far cosa? Se ormai le grandi risorse non hanno problemi ad aggredire anche le forze dell’ordine, quale effetto di deterrenza avrebbero le nuove pattuglie? Come se non bastassero quelle attuali per eventuali retate nelle zone di spaccio.
Peccato che spacciatori, borseggiatrici, persino i giovani delinquenti che, in branco, aggrediscono coetanei isolati vengano rimessi in libertà prima ancora di varcare la porta di un carcere. L’assassino di Rovereto aveva solo l’obbligo di firma dopo aver aggredito i passanti, dopo essersi scagliato contro le forze dell’ordine, dopo essere stato beccato con una cinquantina di dosi di droga. E che sarà mai? Il magistrato locale ha preferito analizzare il fisico da Olimpiadi dell’assassino. E chissenefrega se una donna è stata uccisa solo perché il potenziale campione era libero di fare ciò che voleva.
A Rovereto come in ogni altra parte d’Italia. Caivano è una immensa piazza di spaccio? Lo si sa e la si lascia libera di prosperare? Mica si possono mettere in galera gli spacciatori. E che faranno di così tanto grave? Poi ci si stupisce se il degrado porta allo stupro di due bambine proprio nella stessa zona. Ma ci sarà la solita giornalista a Zona Bianca pronta a sostenere che non è dimostrata la correlazione.
E la politica? Terrorizzata all’idea di intervenire contro questa magistratura. Tutt’al più si può discutere della tutela dei privilegi dei parlamentari nelle inchieste, ma dei reati che colpiscono i cittadini non frega niente a nessuno.