Ferdinando Parisella, segretario nazionale di Mio Italia, interviene nel dibattito aperto da Fabio Meloni per la piattaforma di Ideario 2023. E lo fa ricordando che anche il cibo è cultura.
Il tema della libertà, quindi delle varie forme della libertà, è da sempre di attualità. Non scomoderò nessun solone del sapere.
Essendo noi piccoli imprenditori, ne abbiamo contezza ogni giorno.
Chi come me, fa questo mestiere, cioè “intraprendere” dal 1980, significa che ha scelto di vivere, quindi lavorare, con il tema libertà al primo posto nella sua scala di valori.
E questi come me, sono più o meno quattro milioni di persone, quindi famiglie, che le guidano. Pensate che a una mia piccola impresa, che da oltre 24 anni gestisce a Latina un irish pub con ristorazione, ho dato il nome di Intrapresa.
Si deve partire sempre dalle esperienze vissute, per uscire fuori dalla logica teorica. Ogni intrapresa ha tre fasi. Semplifico, l’ideazione con i vari “piano lavoro”, la creazione e realizzazione, poi il quotidiano che DEVE durare.
Concetti semplici. Oggi dobbiamo ragionare semplice, in un mondo che ci vede come fumo negli occhi. In modo particolare in Italia.
Piccola impresa, quindi sinonimo di libertà. Piccola impresa in una Nazione dove il flagello si manifesta attraverso una conflittualità tra il mondo dei garantiti e i non. E dove il primo decide sul secondo.
Non sembri un paradosso, ma LA GRANDE IMPRESA, fa parte del primo. Sempre stata garantita, eppure risulterebbe privata. Ma privata da chi? Dov’è la demarcazione? Soprattutto quando decide di andarsene, delocalizzare. E lo fa trattando con quelli che dovrebbero rappresentare i lavoratori.
Questo si chiama liberismo che poi ci ha trasportato nella globalizzazione con tutte le sue variabili impazzite, compreso il dominio della finanza. La libertà è altra cosa.
Libertà contro liberismo. Alzarsi la mattina presto, oppure fare tardi la notte, significa avere il cervello acceso sempre e comunque. Libertà di fare, decidere in fretta, agire. Raccogliere risultati, in finale vivere. E come scritto in altri interventi, l’Italia ha questa caratteristica unica nei cosiddetti paesi avanzati, il PICCOLO. . Ed è la sua forza. Perché rappresenta nella sua infinita diversità una eccellenza, in qualunque settore a cominciare dal manifatturiero, fino all’accoglienza.
Accoglienza? Naturale nella Nazione che detiene LA GRANDE BELLEZZA della storia, del genio, del clima, del paesaggio. Chi ha viaggiato nella vita, lo sa bene. Più conosci il mondo, più ti rendi conto di questa realtà UNICA che ad alcuni può apparire banale.
Ecco che tutto ciò che riguarda questa libertà, va contro gli interessi del liberismo-globalismo, aggiungo unipolare. Cioè che va in una sola direzione.
Questa libertà deve essere attaccata, smontata, fino a devastarla. La nostra piccola libertà di intraprendere va distrutta, quantomeno condizionata pesantemente fino a schiacciarla. Perché rappresenta innanzi tutto la nostra identità a sua volta fatta da infinite tradizioni che si manifestano nei nostri oltre ottomila campanili.
E l’Unione Europea, che non è l’Europa, è uno degli strumenti di questa azione devastatrice.
Siamo arrivati alle elezioni, cosiddette anticipate. Dice, meno male, era ora. Il grande tecnico(?) di prima, ha lavorato indisturbato favorendo il processo di trasformazione dell’ossatura della nostra Italia.
Il risultato elettorale ha finalmente dato un esito chiaro e si è arrivati ad governo politico. Alcuni segnali farebbero ben sperare in una via di riconoscimento di queste nostre peculiarità. Vedremo i famosi primi cento giorni.
La libertà, non è negoziabile. Lo dico perché la partitocrazia non ha mai smesso con le promesse, dopo aver lasciato nel pantano tutti gli imprenditori di svariate tipologie. E appartenendo al settore dell’accoglienza, distribuzione e ristorazione, so bene di cosa parlo. Quasi tre anni di abbandono vero. Dove solo con la forza della libertà si è rimasti in piedi. Anche se in tantissimi non ce l’hanno fatta. Quella forza e caratteristica che dicevo all’inizio, decisioni immediate, così si chiama, unita alla cultura del rischio.
Tutto ciò fa capire che la resistenza all’attacco alla “cultura del cibo italiano”, tale si tratta, sarà durissima e non negoziabile. Nonostante il cambio delle abitudini già in atto da due anni. Rileggersi quanto scritto al riguardo,
Cambiare le abitudini degli italiani per eliminare la Grande Bellezza – Electomagazine
Bene. Abbiamo nelle vene il gene dell’ottimismo. Accogliere significa sorridere, abbracciare, comprendere che tutti hanno bisogno di momenti di rilassamento anche in tempi duri. Certamente il sorriso sulle labbra, non ce lo toglieranno mai.
Ecco perché dalle Alpi, alle piramidi, cioè la nostra Sicilia, Italia bellezza infinita, non saremo MAI DOMI.
Ferdinando Parisella
Segretario nazionale MIO Italia Movimento Imprese Ospitalità