“Per favore, mi dia un metro di libri. Ecco sì. Quelli lì rilegati in pelle vanno proprio bene”. Accadeva anche questo. Per riempire librerie che diversamente rimanevano tristemente spoglie.
Aggiungendo poi una bella enciclopedia, il gioco era fatto. Oggi di libri nelle case se ne vedono decisamente un po’ meno, anche se i mobili sono sempre quelli. Ma c’è da far posto al televisore led da 50 pollici. Qualcosa bisognerà pur sacrificare…
Insomma, a quanto pare in Italia si legge poco e sempre meno. Mettendo da parte una volta tanto le solite noiosissime statistiche. “Basta sentire la gente come parla” si dirà. Senza allontanarsi troppo dal vero, in tutta franchezza. Ma dipende pur sempre da che testo si legge, da chi è stato scritto e come. E da quel che si è capito.
La lettura è attività che richiede il pur minimo sforzo. Di coinvolgimento e concentrazione, se non altro. Eh si.
Perché se arrivati al fondo della pagina bisogna riprendere tutto daccapo qualcosa non va. O la testa è altrove o magari lo scritto proprio non va giù. “Un libro bisogna anche avere il coraggio di abbandonarlo a volte”, sostiene un amico. E dagli torto.
Ma poi, scontato che chi scrive consideri come tale solo quanto scritto su carta, che libro scegliere?
Ci si permette di esprimere sincera perplessità per le famigerate classifiche pubblicate dai maggiori quotidiani o periodici. Le pressioni dei maggiori editori, specie in sede d’assegnazione dei più noti premi, è cosa nota. Poi tanta roba che va di moda comperare e far finta d’aver letto, altrettante porcherie e cucina a go go. Autori o poco conosciuti o quantomeno improbabili.
In tutta franchezza, parrebbe poco verosimile scoprire un nuovo Hemingway da un ex incursore televisivo. Tanto per buttare lì un esempio a caso. Allora tanto vale andare a scartabellare qualche volume leggiucchiando trama e alette di copertina e fare un scelta di testa propria. Tanto un vastissimo assortimento di titoli è disponibile anche nella grande distribuzione, tra fustini e biciclette. C’è davvero poco da sforzarsi. Non volendo metter mano al portafogli, esistono pur sempre le civiche biblioteche.
Dove, oltre a volumi consunti, è a volte possibile reperire opere anche recenti. Proprio vedendo le schede dei prestiti ricche di tanti nomi sembra quasi impossibile che si legga così poco…
Beh insomma, prendere ogni tanto un libro in mano e pure leggerlo è cosa buona e giusta. Nonché pane per l’anima. Spesso anche per i congiuntivi…