Non c’è stato assembramento che tenesse, da Nord a Sud comprare le scarpe della Lidl è diventato praticamente fondamentale, anche a dispetto del distanziamento e delle norme di sicurezza anti-Covid. In pochissime ore, infatti, le sneakers, come anche gli altri prodotti Lidl (ciabatte, magliette, calzini), sono andati a ruba in molti negozi della catena.
Dopo il successo di Regno Unito, Belgio, Germania, Finlandia e Paesi Bassi, gli articoli Lidl sono terminati in poche ore anche in Italia. Un’operazione di marketing che ha rinforzato a livello commerciale il brand. La catena tedesca, arrivata intorno agli anni ‘90, è stata sempre descritta come un discount dove risparmiare. La Lidl pur di rilanciare il proprio brand, è arrivata a sponsorizzare la Nazionale di calcio italiana, ma con questa operazione ha superato ogni aspettativa commerciale.
Ci siamo chiesti tutti del perché tanto interesse per scarpe che costano poco più di dieci euro. Le file davanti le filiali italiane Lidl sono finite su tg e quotidiani, stupendo chi non segue famosi influencer sui social.
Probabilmente l’aver creato delle scarpe e delle ciabatte a basso prezzo (12.99 euro) ha dato l’idea dell’accessibilità, ma produrne in quantità limitata ha ovviamente reso questi prodotti unici, scatenando la corsa agli scaffali, anche grazie alla sponsorizzazione di influencer, come Fedez. Il marito di Chiara Ferragni ha indossato le calzature con i peculiari colori ancora prima che venissero distribuite in Italia in diversi suoi post. Lidl ha scelto di disegnarsi da sola la sua linea per poi proporla come una ottima strategia di marketing che ha compreso l’invio del prodotto agli influencer.
Tante persone, aggiudicandosi diverse paia di scarpe a tiratura limitata, probabilmente hanno intravisto la possibilità di rivenderle venti o trenta volte il prezzo di acquisto. Il mondo delle sneaker è pieno di collezionisti. Non è quindi casuale che Lidl abbia deciso di puntare su delle scarpe piuttosto che su altri articoli. In tantissimi su eBay hanno iniziato a vendere le sneakers a prezzi decisamente più alti rispetto a quelli stabiliti da Lidl. Cifre folli, che superavano in molti casi i 100 euro.
In Gran Bretagna, c’è stato addirittura chi, super fashion, è stato disposto a sborsare 450 sterline, cioè circa 500 euro, per accaparrarsi il mitico paio di scarpe brandizzate Lidl. A generare la corsa all’acquisto è stata “l’edizione limitata”: la Lidl, infatti, ha già annunciato che il modello di scarpe non verrà rimesso in commercio. La “Fan Collection”comprende anche calzini, maglie e ciabatte. Tutta brandizzata, con tanto di logo Lidl e colori aziendali: blu, giallo e rosso.
Un esempio sono le Air Jordan, sneakers finite ai piedi degli appassionati di basket (e non solo) di tutto il mondo proprio negli anni Novanta. Prodotti della Nike rivisti da Dior, che ne ha dato una sua versione con quotazioni fino a 25 mila dollari al paio. Senza dimenticare le Yeezy di Kanye West prima per Adidas e poi per la stessa Nike.
Già cinque anni fa il designer DemnaGvasalia, direttore creativo di Balenciaga, ha creato delle t-shirt marchiate Dhl, il logo del corriere, vendendole dai 120 euro in su. L’operazione ha avuto un enorme successo. La stessa azienda è famosa per aver realizzato una borsa simile alla Frakta di Ikea, vendendola a quasi 2000 euro. Anche quella esaurita in poco tempo.
L’operazione di Lidl ha affidato la promozione agli influencer “giusti”, trasferendo la percezione che si tratti di un qualcosa di esclusivo e quindi solo per pochi. La voglia di possedere in periodo di pandemia qualcosa di bizzarro come la linea di abbigliamento di un discount è stata la ricetta del successo.
Un fenomeno che il Codacons si dice pronto a bloccare tramite un esposto alla Procura della Repubblica di Roma, alla Polizia Postale e all’Antitrust.