E’ stata inaugurata il 9 febbraio scorso la prima mostra personale italiana di JR, artista francese famoso in tutto il mondo per i suoi progetti che uniscono fotografia, arte pubblica e impegno sociale.
Combinando diversi linguaggi espressivi, JR, nato nel 1983, ha dato il suo tocco originale per raccontare la realtà e stimolare riflessioni sulle fragilità sociali, nell’esposizione che occupa circa 4000 mq del museo di Piazza San Carlo, realizzata in collaborazione con la Fondazione Compagnia di San Paolo e curata da Arturo Galansino.
Partito dalla banlieu parigina circa vent’anni fa, JR ha portato la sua arte in tutto il mondo con interventi di arte pubblica in grado di interagire con un gran numero di persone e attivare intere comunità, dalle favelas brasiliane a una prigione di massima sicurezza in California, dalla Pyramid del Louvre alle piramidi egiziane, dal confine tra Israele e Palestina a quello tra Messico e Stati Uniti.
I problemi dei migranti e dei rifugiati, sempre più di scottante attualità, fanno da tempo parte dell’indagine di JR.
La prima personale italiana di JR ha come titolo “Déplacé – e – s”, ed è stata anticipata da una performance che, nella consuetudine tipica dell’operato di JR, ha coinvolto la popolazione e si è svolta nel giorno precedente l’inaugurazione nella stessa piazza San Carlo e nelle zone a essa limitrofe. L’artista francese, noto per i suoi interventi sul territorio volti a coinvolgere la collettività, ricorre a un linguaggio di facile lettura e di sicuro impatto, che si gioca sulla monumentalità delle forme e su una comunicazione immediata e efficace.
Nei mesi passati JR aveva realizzato una serie di performance con interventi in zone di guerra, dall’Ucraina al Ruanda, in Colombia, Mauritania e Lesbo, in Grecia. In questi territori feriti da flussi migratori, JR ha realizzato figure che hanno dimensione di enormi teli e che si possono vedere solo dall’alto, attraverso l’utilizzo di droni. Per rendere le figure visibili, i teli devono essere sorretti dalle mani di decine di persone che collaborino a un progetto comune.
A Torino, in occasione della performance, JR ha fatto incontrare le opere raffiguranti bambini profughi e rifugiati di guerra, stringendole in un enorme e simbolico abbraccio.
Al termine dell’evento pubblico, le opere sono state portate all’interno del museo.
Il lavoro di JR dimostra una grande capacità di comunicare una qualità estetica immediata, condivisibile dal grande pubblico e capace di coinvolgere il tessuto sociale dei luoghi dove si svolgono i suoi interventi, incoraggiando la partecipazione e l’esperienza diretta del pubblico, che non necessariamente è quello degli amanti dell’arte. JR, alla domanda che parafrasa quella di Dimitri Karamazov “Se la bellezza e l’arte possano cambiare il mondo” risponde in maniera ottimistica affermando che i suoi interventi scenografici sono capaci di toccare il cuore di tantissime persone.
Nella mattina del 7 febbraio scorso hanno partecipato alla performance collettiva di JR oltre 1200 persone. I bambini raffigurati sui teli rappresentano la visione di JR, impegnato da sempre nel coniugare impegno sociale, fotografia e arte pubblica.