“Sono la verità anelata, nessuno può offuscare la mia luce”
Adesso tocca a me.
Sono una donna bella, solare, formosa, maestosa con la mia corona.
Dodici le stelle sulla mia corona.
Lo scettro in mano.
Sono attorniata da simboli di fertilità e prosperità.
Sono la Fecondità della Natura, madre di tutte le creazioni.
In me vibra la continuità della vita.
Rappresento la ricchezza, l’unione, la fertilità, il grande femminile della creazione in potenza, la scintilla.
Il fuoco creativo.
Sono la seduzione come stato mistico, come il dialogo amoroso della creatura con il suo creatore.
Che si esprime anche con la vanità, che consente la creazione.
Come dice il saggio, esiste una vanità positiva che esprime fiducia in se stessi, di avere un valore e consente di manifestarlo per attrarre ciò di cui si ha bisogno per la continuità.
Esiste una femminilità sana, legata alla vanità, quando non esasperata, quando non è paura mascherata, ma spontaneità.
E’ captare la propria luce dentro di sé e manifestarla.
Sono Demetra.
I miei occhi verdi rappresentano l’eternità della natura.
La trasformazione continua.
Che è una serie di miracoli come lo è l’albero della vita, sorgente della generazione, della trasformazione, del ringiovanimento, della guarigione e della liberazione.
Sono la rivelazione nel silenzio, la fede quale soffio divino che non origina né dal ragionamento logico, né dall’atto umano.
La rigenerazione.
La Vita.
E la mia Magia è il Miracolo e l’Amore.
Ho uno scudo, non un libro e nel mio scudo c’è l’aquila in volo che rappresenta il motto ”Dare la libertà a chiunque è schiavo.”
Se fossi un colore sarei il nero, colore del mistero, della profondità del ritorno alla terra.
Se fossi una pietra sarei l’ossidiana, protettiva dalla vulnerabilità, lacrima d’Apache che accompagnava i guerrieri.
Se fossi un simbolo sarei il triangolo, prima delle forme piane.
Se fossi un fiore sarei una rosa arancio, come il fuoco della seduzione.
Che accende la Vita e ne consente il perpetuarsi.