Produzione industriale +5,2%. Ordinativi interni +5,6%. Ordinativi esteri +7%. Fatturato totale +11,3%. Grado utilizzo degli impianti 71,5%. Numeri trionfali per l’economia piemontese, quelli presentati ieri da Unioncamere. Però, con rara onestà e correttezza (quasi inesistenti in questi ultimi 2 anni e mezzo), i vertici dell’associazione camerale subalpina smorzano inutili entusiasmi. Perché i dati sono riferiti al primo trimestre del 2022, e dunque la guerra ha inciso solo marginalmente.
In realtà l’entusiasmo sarebbe fuori luogo comunque. Perché Sarah Bovini, responsabile dell’ufficio studi di Unioncamere Piemonte, presenta anche il raffronto con due realtà economicamente simili: Veneto e Lombardia. Ed il Piemonte è perdente con entrambe le regioni in tutti i parametri presi in esame. Dunque non va tutto bene, Madame la Marquise. Ed andrà anche peggio, checché ne pensi il ministro Brunetta che non ne azzecca mai una.
Il Piemonte ha scarse relazioni con la Russia, con esportazioni che valgono solo l’1,7% del totale. Un grave errore, in passato. Una botta di fortuna, oggi. Però quasi metà delle aziende più grandi esportavano comunque in Russia. Ma le conseguenze più gravi, che colpiscono tutti, riguardano l’aumento dei prezzi e le difficoltà di approvvigionamento di materie prime. La risposta delle aziende, nell’80% dei casi, è stato il ribaltamento degli aumenti sui prezzi imposti al consumatore. Favorendo la spirale inflazionistica. Quando si parla di lungimiranza..
Un altro effetto è stato quello di bloccare o rinviare gli investimenti. Sempre all’insegna della lungimiranza. Non per tutti è stato così. Sergio Bava, direttore commerciale Imprese Piemonte Nord, Valle d’Aosta e Sardegna di Intesa Sanpaolo, ha infatti sottolineato che l’aumento dei costi dell’energia ha spinto molte aziende ad investire sul Green, sulla ricerca di fonti energetiche pulite. Ed altre hanno pianificato investimenti per rinnovare impianti e macchinari obsoleti che consumano troppo.
In attesa di valutare l’impatto della guerra sui consumi delle famiglie e sull’attività delle aziende, il direttore di Unioncamere Piemonte, Paolo Bertolino, si consola con la ripresa di inizio d’anno. Che ha premiato comparti d’avanguardia come l’aerospazio, ma anche settori tradizionali come il tessile/abbigliamento: dopo due anni di arresti domiciliari di massa era necessario rinnovare il guardaroba e le aziende biellesi del settore ne hanno approfittato. Ora, però, le famiglie dovranno fare i conti con aumenti folli in ogni settore, conseguenza delle sanzioni decise da Biden ed applicate dal maggiordomo a Palazzo Chigi.